Economia & Società

Vibo, città in decadenza: un altro simbolo storico cade a pezzi (VIDEO)

I vigili del fuoco a lavoro per mettere in sicurezza un’ala dell’ex convento dei Padri Minori Osservanti in pieno centro cittadino

di MAURIZIO BONANNO

È come il segno di una città che si sta sfaldando dietro una trascuratezza che oltraggia la sua storia. Mentre rassegnati all’avverso destino i vibonesi stavano salutando le palme-simbolo di piazza Municipio, un altro luogo del centro storico ha lanciato il segno della sua ribellione. E così, ieri sera i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per un’altra segnalazione. Subito all’opera, mentre una delle principali vie del centro veniva chiusa al traffico per un intervento di messa in sicurezza di un’ala del complesso monumentale dell’ex convento dei Padri Minori Osservanti, divenuto poi caserma e dai più ricordato come sede di istituti scolastici.  Quello che fu in passato un importante palazzo nobiliare a corte, dalle caratteristiche architettoniche di maggiore importanza nel centro storico della città sta, dunque, cedendo anch’esso sotto il peso di un colpevole abbandono che si consuma da decenni.

Un pò di storia. Il complesso conventuale dei francescani osservanti di S. Maria del Gesù fu fondato nel 1521 e dopo alterne vicende, venne restaurato dopo l’Unità d’Italia per essere trasformato nel 1878 in caserma militare intitolata a Giuseppe Garibaldi. Quindi, divenne sede di istituti scolastici fino alla fine del secolo scorso, quando, ospitando per ultimo la scuola media Bruzzano, fu chiuso per inagibilità.

Quel progetto di recupero nel cassetto. Eppure, esiste un preciso progetto di recupero e rifunzionalizzazione dell’edificio. Un’operazione di manutenzione straordinaria, ristrutturazione e consolidamento strutturale, restauro conservativo e riadattamento, per una sua riconversione a centro culturale, sede museale, punto di informazione turistica, perfettamente in linea con il fatto che il suo ingresso affaccia nella centralissima piazza Diaz su corso Umberto I. Un progetto già predisposto del valore di quasi 4 milioni di euro che però per qualche arcano motivo non ha mai preso l’avvio: buone intenzioni rimaste sulla carta e che ora è lo stesso palazzo a riportare all’attenzione, con questo suo moto di ribellione all’indifferenza che lo avvolge; una ribellione che ha costretto all’intervento i vigili del fuoco, ma che soprattutto suona come un appello disperato alla città perché non si più trascurato, abbandonato, dimenticato.

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