Cronaca

Escalation criminale a Vibo, boom di estorsioni ma poche denunce. Vertice in Prefettura, rafforzati i controlli

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Il Prefetto dispone maggiori controlli ma le denunce sono ancora troppo poche: “Presenza mafiosa sempre viva”

Bottiglie incendiarie lasciate sui cantieri, proiettili di pistola inviati via posta, lettere minatorie e messaggi inquietanti. Escalation di violenza a Vibo, dove negli ultimi giorni la criminalità ha alzato il tiro e con arroganza vuole farsi sentire. Una situazione che, ieri sera, è stata al centro di una riunione tecnica in Prefettura.

Il vertice. Non intende stare a guardare la Prefettura, insomma, e ieri proprio per questo nel corso della riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia, “si è proceduto – fanno sapere dall’Ufficio territoriale del Governo – ad un attento esame della situazione dell’ordine e della sicurezza in provincia, con particolare riferimento al fenomeno continuo delle estorsioni sul territorio”. Esso, a giudizio del rappresentante del Governo, rappresenta la vera piaga di questo territorio, in quanto è la forma con la quale la criminalità organizzata, mediante minaccia, assoggetta la vittima, quasi sempre l’imprenditore locale, al volere mafioso. Strumento ritenuto “sintomatico di una presenza mafiosa sempre viva sul territorio”. Una presenza davanti alla quale il prefetto Guido Longo non intende fare passi indietro.

Poche denunce. Dall’analisi dei rappresentanti delle forze di Polizia, un dato, però, è emerso: a fronte di un rilevante numero di estorsioni, risulta molto esiguo il numero di denunce sporte presso gli uffici di polizia ed ancora più esiguo il contributo che si fornisce per le conseguenti indagini.

Controlli. Nel corso della riunione, è stata quindi disposta l’intensificazione di idonee misure finalizzate ad un più penetrante controllo del territorio che certamente è un deterrente per contrastare le attività criminali oltre che un altrettanto indispensabile supporto per le consistenti attività investigative in corso.

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