La protesta si sposterà in Parlamento in occasione della votazione alla Camera sugli emendamenti alla legge finanziaria
Prosegue l’occupazione della sede di Rende del Cnr. Dall’assemblea di stamattina, alla quale hanno partecipato decine di precari provenienti da tutti gli istituti calabresi, è venuto un messaggio chiaro, sia al Governo e al Parlamento, che allo stesso CNR: «Il 40% delle risorse umane – è scritto nel documento votato dall’assemblea – del più grande ente di ricerca italiano, il Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR), circa 4500 su un totale di oltre 11500 dipendenti, svolge da decenni attività di ricerca scientifica in Italia con forme contrattuali che la legge definisce precarie e atipiche.
Presidio in Parlamento. La votazione alla Camera prevista nei prossimi giorni sugli emendamenti alla Legge Finanziaria che riguardano il finanziamento dei piani attuativi del Decreto Madia rappresenta dunque una momento cruciale per le sorti di migliaia di ricercatori e dalla ricerca italiana in generale. Ragion per cui, dopo aver occupato varie sedi del CNR, la nostra protesta continua, raggiungendo il culmine con un presidio di tutti i precari uniti davanti al Parlamento in occasione della votazione alla Camera sugli emendamenti alla legge finanziaria che riguardano il finanziamento dei piani attuativi del Decreto Madia». Il documento si chiude con una serie di richieste esplicite: «l’applicazione concreta della Legge Madia (D. L.gs. 75/2017) e della relativa Circolare attuativa 3/2017; l’aumento degli importi stanziati dal Governo per la stabilizzazione dei Precari (attualmente 10 milioni di euro per il 2018 e di 50 milioni per il biennio 2019-2020); la destinazione dei fondi premiali già a disposizione degli Enti Pubblici di Ricerca -EPR (138 milioni di euro), appena sbloccati in Finanziaria, per avviare da subito le procedure di stabilizzazione dei Precari, nel pieno rispetto della Legge Madia D. L.gs. 75/2017; l’estensione del fondo di solidarietà a tutti i contratti a scadenza».