Cronaca

“Double Fault” contro lo spaccio di droga a Catanzaro, chieste quattro condanne

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Il pubblico ministero ha invocato l’assoluzione per un quinto imputato. La sentenza il prossimo 14 dicembre

di GABRIELLA PASSARIELLO

Quattro condanne a pene comprese dai 13 anni a poco più di un anno di reclusione e un’assoluzione sono stati chiesti oggi in aula dal pm Deborah Rizza per i cinque imputati coinvolti nell’operazione “Double fault”, condotta dalla Polizia all’alba del 2 ottobre 2012 contro una presunta associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, eseguendo, all’epoca dei fatti, l’arresto di trentadue persone e dodici divieti di dimora. La pubblica accusa davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto da Tiziana Macrì ha invocato 13 anni di reclusione ciascuno per Carmine Bevilacqua e Cosimo Viceloque, entrambi accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti; 6 anni di reclusione e 27mila euro di multa per Mary Passalacqua, accusata di un singolo episodio di spaccio di droga; un anno e due mesi di carcere per Tommaso Critelli che risponde di favoreggiamento personale, mentre ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti di Antonio Passalacqua.

Le discussioni del pm e dei difensori. Il pubblico ministero durante la requisitoria ha riperso i fatti di un’indagine, che aveva portato al sequestro di oltre un chilo di cocaina, 400 grammi di eroina, una pistola calibro 22, una pistola a tamburo calibro 38, un fucile mitragliatore Ak-47 kalashnikov e un fucile da caccia calibro 12, riferendo di grossi quantitativi di droga, depositati e ben nascosti nel campo rom di Germaneto, nelle case, nei locali, nei domicili dei fornitori, dei pusher. Alcuni di loro avrebbero promosso, diretto, organizzato, costituito o comunque fatto parte di un’associazione a delinquere armata finalizzata al narcotraffico. Dopo le richieste del pm, le arringhe difensive dei legali Alessio Spadafora, Alessandro Guerriero, Francesco Galeota e Valerio Carvetta, che hanno insistito per l’assoluzione dei loro assistiti. I giudici del collegio hanno rinviato l’udienza al prossimo 14 dicembre per le repliche e la sentenza.

Le indagini. Duecentocinquanta i poliziotti impegnati in un’operazione, scaturita da indagini della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, che rivelarono ancora una volta come i quartieri a Sud della città capoluogo di regione siano dominio delle famiglie rom, trasformandoli in piazze di spaccio a cielo aperto, con sentinelle armate che vigilavano sulle vie di accesso. La banda, secondo l’accusa, si nascondeva all’interno del quartiere Germaneto e si avvaleva di una fitta rete di spacciatori e di numerose donne che arrivavano a occultare la droga nei passeggini in cui vi erano dei neonati. L’area di spaccio era “protetta” da servizi di vigilanza armata e, in alcune circostanze, quando l’afflusso era particolarmente intenso, l’ingresso era regolamentato con una sbarra mobile azionata manualmente dai presunti appartenenti all’organizzazione, per fare entrare le auto solo dopo un accurato controllo degli occupanti. Ad incastrarli sono stati proprio le riprese video e i verbali di sommarie informazioni resi dagli assuntori.

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