Politica

Le due facce di Mdp, tra giovani intraprendenti e riciclati di…fama

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Il partito di D’Alema e Bersani si muove in vista delle candidature, ma ancora non è chiaro se perseguirà davvero la strada del rinnovamento

di TONINO FORTUNA

E’ il Movimento democratico e progressista il talismano oltre che l’osservato speciale, a sinistra, della campagna elettorale che sta per essere ufficialmente inaugurata. La forza politica che fa riferimento ai vari Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani e Roberto Speranza sta compiendo le proprie mosse in vista della formazione delle liste. I nuovi “innesti” in alcuni casi potrebbero costituire un valore aggiunto, in altri rischiano di rappresentare un clamoroso boomerang agli occhi dell’opinione pubblica. In sostanza, il Movimento democratico e progressista dovrà fare di tutto per apparire una forza nuova e propulsiva, capace di riportare al centro del dibattito le idee più autentiche del riformismo progressista. Solo così potrà intercettare i voti dei delusi dal Partito democratico e dall’attuale governo. La vicinanza a Sinistra italiana, sotto questo aspetto, è la strada più logica da percorrere. L’apertura alla società civile può rappresentare un’opportunità. Ma ci sono altri “pericoli” da evitare. 

Nei mesi scorsi, le convention che si sono susseguite in molte zone della Calabria, hanno messo in mostra un partito di giovani, già operativi quando il progetto era ancora in nuce e pronti a calarsi nella parte per affrontare le sfide necessarie. Negli ultimi giorni invece, invece, all’arrivo di Bersani in Calabria, sono ricomparse le solite facce inquietanti e si è aggregato alla compagnia, qualche potenziale candidato che certo non rappresenterebbe al meglio, sul piano dell’immagine, il Movimento democratico e progressista. Non solo per le note inchieste della magistratura. Gente che è stata messa alla porta dal Pd negli ultimi mesi ed ora cerca una casa in cui potersi candidare per avere una chance e vendicarsi del torto subito. 

Se la strategia fosse quest’ultima, Mdp si trasformerebbe in un’accozzaglia di aspiranti parlamentari, finirebbe per perdere la propria identità e l’idea di dar vita ad una proposta a sinistra dei democratici che sia nel contempo una possibile “terza via” rispetto a quanto si è visto negli ultimi anni al governo ed anche alla Regione. Bersani a Reggio ha provato a parlare, nei giorni scorsi, a quei ceti sociali che non si rispecchiano nel Pd, ma l’ultimo candidato premier del centrosinistra dovrà fare attenzione ad esponenti politici che, pur garantendo un pacchetto di preferenze, finirebbero per farne perdere tante altre nell’opinione pubblica. 

Insomma, la domanda è una sola: con quale faccia il Movimento democratico e progressista vuole presentarsi al proprio elettorato? Con quella pulita di molti giovani che da tempo lavorano al progetto di Roberto Speranza o con quella meno presentabile della consueta vecchia nomenclatura ormai in fuga dal Partito democratico, solo ed esclusivamente per mancanza di poltrone? Già nelle prime settimane di campagna elettorale arriverà l’ardua sentenza!