Il gruppo consiliare “Vazzano bene comune” stigmatizza la scelta e chiede che il caso sia discusso in Consiglio comunale
È polemica sul Protocollo di legalità firmato nei giorni scorsi in Prefettura per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici e delle concessioni di lavori pubblici, per la prevenzione dei fenomeni di corruzione e per l’attuazione della trasparenza amministrativa. Una polemica che arriva da Vazzano, dove la minoranza del gruppo consiliare “Vazzano bene comune” stigmatizza l’assenza dei propri amministratori alla stipula e per questo chiedono che del caso se ne discuta in Consiglio comunale.
Legalità? Un attacco senza se e senza ma quello dell’opposizione che spiega di non essere “meravigliato” dalla mancata adesione al Protocollo da parte del Comune di Vazzano, “non avendo mai sentito da parte dell’attuale Amministrazione la parola legalità”. Insomma, Vazzano Bene Comune punta il dito contro “questa scellerata decisione da parte dell’Amministrazione comunale sul cui operato in materia di appalti abbiamo già avuto modo di rilevare molte “incongruenze” per usare un eufemismo. Con il protocollo – spiegano – si intendeva promuovere il pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, sviluppando, in aggiunta agli standard previsti dalla normativa, ulteriori forme di controllo e vigilanza, nonché ulteriore trasparenza. Tutto ciò per salvaguardare la realizzazione di opere e la prestazione di servizi di interesse pubblico da ogni tentativo di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata in grado di condizionare le attività economiche e finanziarie, direttamente o tramite società controllate”.
L’adesione. In tutto sono stati 40 i Comuni ad aderire e firmare il Protocollo voluto dal prefetto Guido Longo che ha, comunque, spiegato nell’occasione che molti Enti presto aderiranno e se non l’hanno ancora fatto è stato per disguidi tecnici. In questa direzione, non si sa, dunque, se anche per Vazzano si tratti solo di questo e quindi di un piccolo ritardo.
LEGGI QUI | Appalti “spezzatino”? A Vibo cambiano le regole, così il Prefetto Longo mette all’angolo la ‘ndrangheta