Cronaca

Cartello ‘ndrangheta-imprenditoria, il Tdl “riabilità” l’ingegnere Polifroni

Cadute le accuse di avere agevolato la criminalità organizzata. Il Riesame ha accolto la tesi degli avvocati Armando Veneto, Clara Veneto e Salvatore Pignataro

Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Bruno Polifroni, coinvolto nell’inchiesta denominata “Cumbertazione”. Il Tdl ha accolto il ricorso proposto dagli avvocato Armando Veneto, Clara Veneto e Salvatore Pignataro. 

L’inchiesta Polifroni è coinvolto nell’operazione “Cumbertazione”, inchiesta coordinata dal Distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha ipotizzato l’esistenza di un cartello tra ‘ndrangheta, imprenditoria e dirigenti pubblici volta alla manipolazione dei lavori pubblici in diverse zone della Calabria per conto del clan Piromalli. 

L’accusa In particolare a Polifroni vengono contestati l’associazione a delinquere e cinque ipotesi di turbativa d’asta, aggravate dall’agevolazione una cosca mafiosa, e relative a una serie di appalti di opere pubbliche realizzate a Gioia Tauro nell’ambito dei fondi europei Pisu. L’ipotesi accusatoria aveva sollevato dei dubbi nel gip del Tribunale di Palmi chiamato a convalidare il decreto di fermo emesso dalla Dda reggina. Il giudice, infatti, aveva escluso l’aggravante mafiosa concedendo a Polifroni gli arresti domiciliari in sostituzione della custodia in carcere. 

Tdl, Cassazione e di nuovo Tdl L’ordinanza era stata impugnata dagli avvocati davanti al Tribunale della libertà, che aveva accolto parzialmente i motivi del ricorso, sostituendo la precedente misura dei domiciliari con con il temporaneo divieto di esercitare la professione di ingegnere. La tesi accusatoria subiva un ulteriore limitazione nella sentenza della Corte di Cassazione che aveva accolto la tesi del collegio difensivo annullando l’ordinanza e disponendo un nuovo giudizio davanti al Tdl di Reggio Calabria.

Ultimo atto Il Tribunale della Libertà, concorde con i principi fissati dalla Cassazione in accoglimento delle rimostranze degli avvocati Veneto, Veneto e Pignataro, ha sancito l’estraneità di Polifroni dai reati contestati. Il professionista, pertanto, potrà riprendere la sua attività professionale restando comunque imputato nel procedimento davanti al collegio del Tribunale di Palmi.