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Caso Vibonese, Caffo: “Se emergeranno abusi, qualcuno ne risponderà penalmente” (VIDEO)

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Della stessa opinione il direttore generale della società Danilo Beccaria che rincara la dose: “Questo ricorso è una dichiarazione di guerra. Puntano a perdere tempo”

La Vibonese rimane nel limbo. Quello a cui l’ha condannata, paradossalmente la reazione della Figc e della Lega Pro, dopo la riammissione tra i professionisti. Una riammissione che ha destato non poco scompiglio tra i dirigenti federali, i quali non intendono demordere e hanno annunciato ricorso al Collegio di garanzia del Coni. Una decisione che continua ad alimentare dissenso nei confronti di Tavecchio e Gravina da parte della società rossoblù. “Siamo sicuri della Serie C – ribadisce Pippo Caffo – forti di una sentenza che ci dà ragione e che ha riconosciuto un nostro diritto. Figc e Lega Pro non hanno rispettato la decisione di un loro organo interno. Il Tar del Lazio? Rappresenta il dopo ed è una strada che se ci sarà bisogno seguiremo”. Come dire, la società è pronta a proseguire il braccio di ferro, al di là di ogni ostacolo. Non si esclude neppure la richiesta di risarcimento danni. E intanto predomina un forte malumore. “Le carte – aggiunge il presidente – parlano da sole. Se in questa vicenda emergeranno anche degli abusi vuol dire che qualcuno risponderà personalmente e penalmente”.

Della stessa opinione il direttore generale della Vibonese Danilo Beccaria: “Abbiamo sempre rispettato le regole e questo non è andato giù. Cercheranno di metterci fino alla fine i bastoni tra le ruote. Questa è una dichiarazione di guerra. Ma la battaglia sta producendo molti aspetti negativi. Abbiamo preso giocatori che sono arrivati a Vibo ma ancora non possono firmare  perchè il portale della Lega Pro è ancora chiuso per noi, dieci giorni dopo la sentenza”.  Beccaria ha ringraziato “le persone giunte allo stadio in un giorno lavorativo per dare vicinanza alla squadra. Credevo – ha chiosato amaramente – che in Italia le sentenze esecutive venissero rispettate. La federazione invece ha fatto ricorso contro se stessa per far perdere tempo ed allungare l’attesa”. 

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