Economia & Società

STORIE | L’osservatorio sismico di Mileto dei primi anni del Novecento

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Il laboratorio venne inaugurato nel 1907 nei locali del seminario vescovile. L’osservatorio venne anche visitato da Mercalli e Fusakichi Omori, due della massime autorità del settore

di VINCENZO VARONE

Le scosse di terremoto delle ultime ore ci hanno fatto anche ritornare alla memoria l’osservatorio sismico di Mileto dei primi anni del Novecento, voluto dal vescovo del tempo monsignor Giuseppe Morabito, con l’intento di contribuire a fare opera di prevenzione attraverso lo studio della terra che trema.

L’osservatorio sismico e meteorico venne inaugurato nel 1907 nei locali del seminario vescovile. In quello stesso anno, precisamente il 23 ottobre l’osservatorio registrò il sisma che colpì il litorale ionico meridionale della Calabria e il 28 dicembre del 1908 il terremoto che si accanì in maniera devastante sulla parte meridionale della Calabria e sulla città di Messina. Monsignor Giuseppe Morabito era stato testimone diretto dei terremoti del 1894 e poi di quello del 1905. Da qui la sua idea subito concretizzata dell’osservatorio. Il presule nominò alla guida del centro scientifico il prof. Rosario Labozzetta, docente di matematica e fisica presso il seminario vescovile che dedicò allo studio dei terremoti ogni sua energia.

La struttura scientifica venne dotata sin da subito di uno strumento creato in Giappone dal prof. Fusakichi Omori e modificato in Italia dal direttore dell’osservatorio simico di Firenze Guido Alfani, in grado di registrare anche i movimenti più lievi del terreno. Un’attrezzatura per l’epoca davvero all’avanguardia. In pochissimo tempo, il centro scientifico di Mileto, diventò negli anni, grazie ad altre attrezzature moderne di cui venne dotato, uno dei più importanti osservatori sismici d’Italia, tant’è che ricevette le visite dei più noti studiosi del settore di quegli anni, tra cui anche padre Guido Alfani, il prof. Giuseppe Mercalli, Mario Baratta e finanche del professore Fusakichi Omori, scienziato famosissimo e direttore della facoltà di sismologica dell’università di Tokio.

I dati dell’osservatorio venivano anche puntualmente pubblicati oltre che sul periodico “Il Normanno” anche da “La Gazzetta di Messina e della Calabria”. In un libro scritto da monsignor Filippo Ramondino e dedicato al vescovo Giuseppe Morabito – un lavoro accurato frutto di approfondite ricerche che contiene vere e proprie pagine di storia – si legge che durante il terremoto del 1908 l’osservatorio registrò 139 scosse, che andarono diminuendo nei giorni successivi. Nel periodo sismico, dal 28 dicembre 1908 e fino al 26 dicembre 1909, vennero registrate 543 scosse decrescenti d’intensità e tutte di origine calabro-sicula.

Le attività. L’osservatorio sismico di Mileto, con il trasferimento di don Rosario Labozzetta a Roma per volere di Pio XI che per la sua competenza gli assegnnò la cattedra di fisica e matematica presso l’università del seminario romano, subì a partire dal 1914, un lento decadimento fino a cessare ogni attività nel 1918. Ma negli anni in cui fu attivo il laboratorio scientifico della cittadina normanna diede un contributo notevole nel campo degli studi sui fenomeni sismici che si sono registrati nella nostra regione e non solo.

*Nella foto in alto, la copertina di Domenica del Corriere sul terremoto del 1905

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