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Pizzo saluta il suo “comandante”, un servitore esemplare dello Stato (VIDEO)

Nel Duomo di San Giorgio, tra i carabinieri, moltissimi cittadini hanno reso l’ultimo saluto al maresciallo Paolo Fiorello, un punto di riferimento per la comunità

di ILARIA LENZA

Il cappello dell’Arma sul feretro attorniato dalle divise, tante divise, indossate da numerosi amici e colleghi, fratelli della famiglia di cui ha fatto parte, la famiglia della Benemerita, per la quale il maresciallo Paolo Fiorello, comandante della stazione carabinieri di Pizzo, è stato un figlio esemplare, un figlio dello Stato. In questi anni di servizio, per la comunità napitina, è diventato un punto di riferimento, una guida. Tanto che, nel Duomo di San Giorgio, a Pizzo, si sono presentati moltissimi cittadini, addolorati per una perdita che ha segnato un’intera comunità. Accanto ai carabinieri, alle autorità civili e militari, giunti per rendere l’ultimo saluto al maresciallo, ha partecipato alle esequie una moltitudine di persone, testimonianza diretta di quanto l’uomo dietro la divisa fosse apprezzato anche per le sue qualità umane, oltre che professionali. 

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La famiglia. Per Pizzo e per i cittadini di questa comunità il maresciallo Fiorello non si è mai risparmiato. E lo ha sottolineato nel corso dell’omelia padre Gaetano Nicolaci, che ha fatto riferimento alle tante famiglie di cui quest’uomo è stato parte: la sua famiglia naturale, la famiglia della comunità napitina e la famiglia della Benemerita. “Ognuno – ha detto – vive i suoi sentimenti, le sue emozioni, in maniera differente, perché è vero che tutte le famiglie sono uguali nella allegria, ma ognuna è differente nella sua disgrazia”. “Ma ci accomuna – ha continuato – il desiderio vero, profondo, di far sentire al nostro fratello Paolo la nostra preghiera, il nostro affetto, la nostra stima per quanto ha fatto servendo questa comunità”. Indossando quella divisa, della quale non si spogliava mai, perché essere un servitore dello Stato, per il maresciallo Fiorello, non era soltanto un lavoro: era una missione di vita. “Dietro una divisa c’è un uomo, una persona, e come tale soggetto ai sentimenti, soggetto alle emozioni, soggetto a quello che è proprio la fragilità dell’uomo”, ha aggiunto il sacerdote. 

Il monito. Da qui, il monito “di essere attenti al fratello o alla sorella che vive e cammina per vari motivi accanto a noi: poniamo attenzione – ha detto – al nostro prossimo”. “Siamo attenti di più al cuore e al mondo emotivo dell’altro, con carità, con rispetto, ma attenti all’altro”. Quella stessa attenzione, premura, che da maresciallo Paolo Fiorello ha avuto per servire questa comunità, che lo ricorderà per sempre. 

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