Cronaca

L’addio del maresciallo Fiorello, un biglietto per chiudere scusa e quel colpo al cuore

Si indaga per capire i motivi che hanno indotto il comandante della Stazione dei carabinieri di Pizzo a togliersi la vita con un colpo di pistola

di MIMMO FAMULARO

Il giorno dopo il dolore è ancora più forte. Un’intera comunità si interroga sulle ragioni che hanno indotto il comandante della Stazione dei carabinieri Paolo Fiorello a togliersi la vita. Lo ha fatto nel suo ufficio, con la pistola d’ordinanza, alle 7.30 di ieri mattina. Un colpo al cuore che ha sconvolto Pizzo e l’Arma dei carabinieri.

Il biglietto. Nessun dubbio sul suicidio, ma la Procura della Repubblica di Vibo ha ugualmente aperto un fascicolo per capire i motivi di un gesto allo stato incomprensibile. Le risposte alle tante domande di queste ore potrebbero arrivare da un biglietto scritto di proprio pugno dal maresciallo Fiorello prima di premere il grilletto della sua pistola. Un biglietto nel quale il 37enne comandante di origini palermitane chiederebbe scusa a tutti per il dolore provocato. Alla base del gesto ci sarebbe un grande turbamento interiore, forse legato al banale incidente domestico (una caduta dalle scale) che qualche mese fa gli aveva causato la frattura scomposta del malleolo e al timore di non potersi più riprendere per vestire l’amata divisa da carabiniere continuando a ricoprire un ruolo operativo. Perché per Paolo Fiorello l’Arma era la sua famiglia e la caserma di Pizzo la sua casa che non aveva abbandonato neanche lungo il periodo di convalescenza. Dietro quel biglietto, insomma, potrebbero celarsi i motivi del suicidio. Intanto nelle prossime ore il medico legale Katiuscia Bisogni effettuerà l’autopsia disposta, come atto dovuto, dalla Procura. La salma sarà quindi consegnata ai familiari per essere tumulata a Calatafimi, in provincia di Trapani.

Un colpo al cuore. Proprio a Trapani dove lavora oggi il capitano dei carabinieri Diego Berlingieri che considerava Paolo Fiorello uno dei suoi uomini migliori. Il maresciallo di origini siciliane era cresciuto sotto la scuola di un altro grande investigatore dell’Arma, Pietro Santangelo, oggi in forza al Nucleo operativo, ma per anni comandante della Stazione di Pizzo prima di cedere l’incarico nel 2013 proprio ad uno dei suoi allievi prediletti. Santangelo è stato tra i primi ad essere allertati e ad arrivare sul luogo della tragedia. Lo ha fatto assieme al comandante della Compagnia di Vibo, il capitano Piermarco Borettaz, e al comandante provinciale, il colonnello Gianfilippo Magro. Con loro tanti comuni cittadini perché Paolo Fiorello era amato, apprezzato e stimato non solo all’interno dell’Arma ma anche tra la popolazione. Qualche mese fa aveva tratto in arresto un rapinatore in azione all’interno di un locale di tabacchi ed in occasione della festa per il 203esimo anniversario della fondazione dei carabinieri era stato premiato con un encomio.

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