Si indaga per capire i motivi che hanno indotto il comandante della Stazione dei carabinieri di Pizzo a togliersi la vita con un colpo di pistola
di MIMMO FAMULARO
Il giorno dopo il dolore è ancora più forte. Un’intera comunità si interroga sulle ragioni che hanno indotto il comandante della Stazione dei carabinieri Paolo Fiorello a togliersi la vita. Lo ha fatto nel suo ufficio, con la pistola d’ordinanza, alle 7.30 di ieri mattina. Un colpo al cuore che ha sconvolto Pizzo e l’Arma dei carabinieri.
Un colpo al cuore. Proprio a Trapani dove lavora oggi il capitano dei carabinieri Diego Berlingieri che considerava Paolo Fiorello uno dei suoi uomini migliori. Il maresciallo di origini siciliane era cresciuto sotto la scuola di un altro grande investigatore dell’Arma, Pietro Santangelo, oggi in forza al Nucleo operativo, ma per anni comandante della Stazione di Pizzo prima di cedere l’incarico nel 2013 proprio ad uno dei suoi allievi prediletti. Santangelo è stato tra i primi ad essere allertati e ad arrivare sul luogo della tragedia. Lo ha fatto assieme al comandante della Compagnia di Vibo, il capitano Piermarco Borettaz, e al comandante provinciale, il colonnello Gianfilippo Magro. Con loro tanti comuni cittadini perché Paolo Fiorello era amato, apprezzato e stimato non solo all’interno dell’Arma ma anche tra la popolazione. Qualche mese fa aveva tratto in arresto un rapinatore in azione all’interno di un locale di tabacchi ed in occasione della festa per il 203esimo anniversario della fondazione dei carabinieri era stato premiato con un encomio.
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