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Tropea, il Tar del Lazio annulla lo scioglimento del Comune. Rodolico torna in sella

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L'amministrazione comunale della Perla del Tirreno era stata sciolta per sospette infiltrazioni mafiose nell'agosto dello scorso anno

Era stato sciolto per sospette infiltrazioni mafiose lo scorso 12 agosto il Consiglio comunale di Tropea. In piena estate, una mazzata per l'immagine della Perla del Tirreno, un colpo mortale per il turismo. Lo scioglimento arrivò in perfetta sincronia con quello del comune di Corleone ed alimentò dei parallelismi decisamente nocivi per la cittadina del Vibonese.

La bocciatura. Ebbene, quasi incredibilmente nemmeno dieci mesi dopo tutto è cambiato. Lo scioglimento del Consiglio comunale è stato annullato dal Tar del Lazio che ha smontato le tesi che avevano portato a tale decisione.  Un problema di "carenza di presupposti" vi sarebbe stato alla base della decisione dei giudici che hanno decretato la fine della breve stagione dei commissari prefettizi e rimesso in sella l'Amministrazione guidata dall'ex sindaco Giuseppe Rodolico.  Troppi dubbi, persino nelle dichiarazioni della Commissione di accesso agli atti che parlava di soggetti, espressione del Consiglio comunale "presumibilmente vicini alle cosche". E ciò con riferimento al presunto vertice in un albergo della zona prima delle elezioni.


Il presunto summit. Chi fu presente a quella riunione, tra cui il futuro primo cittadino, aveva la fedina penale immacolata. Per i giudici non esistono elementi "dotati di unica e concreta valenza probatoria" nè per Giuseppe Rodolico, tantomeno per il cugino Giovanni Vecchio. Niente di penalmente rilevabile, insomma, neppure per Antonio Bretti che prese parte a quell'incontro e del vicesindaco Domenico Tropeano.

Il vicesindaco. A proposito di quest'ultimo, nelle ventisette pagine del dispositivo, il Tar del Lazio, a proposito del fratello, giudica "mero" il richiamo "rapporti parentali con pregiudicati". E comunque non tale da attestare "collegamenti tra l'amministratore e la criminalità organizzata". Non esistono precedenti penali che possano inchiodare neppure il proprietario della struttura alberghiera, ex cognato del pentito Domenico Cricelli". La "carenza probatoria" emerge anche in tale circostanza.

Capodanno a mare. Quello del tuffo di Capodanno fu un episodio che salì agli onori delle cronache. E in quella circostanza rimase coinvolto nella vicenda Antonio Bretti che però non era a conoscenza della presenza di un pregiudicato. Nella fattispecie Antonio Zaccaro.

Il ritorno in carica. A questo punto, Giuseppe Rodolico e la sua amministrazione potranno ritornare in sella dopo aver vissuto una quaresima durata poco meno di un anno. Una brutta esperienza che Tropea dovrà dimostrare di sapersi mettere alle spalle.

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