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Colpo al clan Bonavota e luce su un altro omicidio: “Così hanno ammazzato Cracolici” (VIDEO)

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Nuova tranche dell'operazione "Conquista". Arrestati Pasquale Bonavota e Francesco Fortuna, ritenuti i responsabili dell'efferato delitto che costò la vita a "Lele Palermo"

di MIMMO FAMULARO

E' il prosieguo dell'operazione scattata nello scorso mese di dicembre e che i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno denominato in codice "Conquista". Al centro dell'inchiesta sempre loro, i Bonavota di Sant'Onofrio, una delle famiglie di 'ndrangheta più potenti del circondario vibonese.

In carcere. Stavolta il gip distrettuale di Catanzaro Pietro Carè ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e i destinatari sono elementi di spicco del clan santonofrese. Da una parte Pasquale Bonavota, 43 anni, di Sant'Onofrio, ma da tempo domiciliato a Roma dove è stato arrestato. E' ritenuto dai carabinieri del Nucleo investigativo, diretti dal capitano Valerio Palmieri, il capo dell'omonima cosca. Dall'altra Francesco Fortuna, 37 anni, considerato il killer del gruppo nonché esponente di vertice dei Bonavota, già arrestato per un'altro efferato omicidio, quello che costò la vita a Domenico Di Leo, alias "Micu i Catalanu" nel luglio del 2004 e per il quale rischia l'ergastolo. A lui il provvedimento è stato notificato in carcere a Catanzaro dove si trova recluso. Entrambi sono accusati, in concorso e a vario titolo, di omicidio, detenzione e porto di armi comuni e da guerra, furto, ricettazione. Reati aggravati dal metodo mafioso. Nel 2016 il fermo di Pasquale Bonavota non era stato convalidato dal gip di Roma, mentre Fortuna risultava indagato perché già in carcere.

L'operazione Conquista. Gli arrestati sono stati individuati, unitamente a quelli fermati a dicembre, come i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Raffaele Cracolici, avvenuto il 4 maggio 2004 a Pizzo Calabro. Meglio conosciuto come “Lele Palermo” e ritenuto capo dell’omonimo clan di Maierato, Cracolici è stato ucciso nei pressi dell’abitazione della convivente a colpi di fucile e kalashinokov, attinto alla testa, al torace e al bacino.  Secondo l'accusa l'efferato delitto sarebbe stato  commissionato dalla famiglia “Bonavota” per eliminare la vittima, ritenuta di ostacolo all’espansione territoriale sulla zona industriale della cittadina di Maierato. A dicembre, nell’ambito del primo troncone dell'operazione “Conquista” si fece luce su questo omicidio nonché su quello di Domenico Di Leo, commesso il 12 luglio 2004 a Sant’Onofrio, oltre a due danneggiamenti mediante esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuti, a Maierato, nel giugno del 2004 all’azienda “Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.a.” e, più recentemente, nell’aprile del 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

Vibo operazione conquistaNuova attività investigativa. L'operazione scattata questa mattina è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, sotto la direzione del procuratore capo Nicola Gratteri, dell'aggiunto Giovanni Bombardieri e del sostituto Camillo Falvo. Gli investigatori, guidati dal capitano Valerio Palmieri, hanno trovato nuovi elementi spulciando tra i faldoni di altre inchieste (alcune del 2002) e incrociando tutti i dati a disposizione sono riusciti a riscontrare le dichiarazioni fornite dai pentiti Andrea Mantella e Francesco Michienzi che, in pratica, accusano Pasquale Bonavota di essere il mandante dell'omicidio di Raffaele Cracolici e Francesco Fortuna di essere uno degli esecutori materiali.  Nella nuova ordinanza di custodia cautelare ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che chiamano in correità Pasquale Bonavota, ma anche intercettazioni ambientali giudicate di notevole importanza investigativa. Una in particolare riguarda una conversazione in carcere datata gennaio 2005 tra il presunto boss e uno zio di Domenico Di Leo dove Pasquale Bonavota dice testualmente: "Io continuo sulla scia di mio padre che mi ha insegnato a fare il malandrino con la testa".

L'omicidio Cracolici. Pur vivendo da anni a Roma, per gli inquirenti molti degli interessi imprenditoriali di Pasquale Bonavota gravitavano e gravitano ancora nel Vibonese. Quanto ai fatti di sangue contestati, Bonavota avrebbe dato il via libera all'uccisione di Raffaele Cracolici, il cui delitto sarebbe stato pianificato attraverso varie riunioni. In particolare, Pasquale Bonavota e Francesco Fortuna, insieme Nicola Bonavota, Francesco Scrugli (deceduto), Onofrio Barbieri ed Andrea Mantella (con Domenico Bonavota, Francesco Michienzi e Vincenzo Fruci già giudicati) erano già  indagati – in concorso morale e materiale tra loro – per l’omicidio di "Lele Palermo", già oggetto del provvedimento di fermo dello scorso mese di dicembre. Secondo gli inquirenti Pasquale Bonavota sarebbe il mandante del delitto, avendo partecipato alla decisione e alla pianificazione dell’omicidio. Francesco Michienzi e Vincenzino Fruci di Acconia di Curinga (ritenuti elementi del clan Fruci di Acconia a sua volta alleato al clan Anello di Filadelfia) avrebbero invece fornito le armi e, in particolare, il mitragliatore kalashnikov ed il fucile caricato a pallettoni. Per l’accusa gli esecutori materiali del delitto sarebbero stati Francesco Fortuna, Francesco Scrugli, ed Onofrio Barbieri. Il primo avrebbe utilizzato il kalashinikov, il secondo il fucile a pompa mentre il terzo avrebbe guidato il furgone sul quale gli altri due erano appostati per tendere l’agguato. Barbieri sarebbe stato armato nel frangente di una pistola calibro 9×21 lunga. Andrea Mantella e Domenico Bonavota, oltre a partecipare alla decisione e alla pianificazione dell’omicidio, fornendo appoggio logistico prima e dopo l’azione accompagnando i killer sul posto, si sarebbero appostati su una collinetta con un binocolo per seguire gli spostamenti della vittima e le fasi dell’esecuzione. Sarebbero stati loro due a prelevare successivamente i killer.

La conferenza stampa. Tutti i particolari dell'inchiesta sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il comandante del Nucleo investigativo il capitano Valerio Palmieri, il comandante della Compagnia di Vibo il capitano Piermarco Borettaz e il comandante della Stazione di Sant'Onofrio il maresciallo Domenico Fazzari. 

LEGGI QUI | Ndrangheta, operazione "Conquista": arrestati Pasquale Bonavota e Francesco Fortuna

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