La famiglia dei Cerra- Torcasio- Gualtieri avrebbe voluto imporre il proprio dominio emulando le stragi che hanno portato alla morte dei magistrati Falcone e Borsellino
“Bloccali tutti e facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia”. Antonio Miceli il reggente della cosca Cerra- Torcasio- Gualtieri avrebbe voluto ricreare nella Piana Lametina il clima di terrore, che ha caratterizzato le stragi di Capaci e Via D’Amelio, come ha sottolineato il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giovanni Bombardieri nell’illustrare i dettagli dell’operazione Crisalide che all’alba di stamattina ha portato al fermo di 52 indagati su richiesta del sostituto Elio Romano. “Siamo indignati per quanto affermato da Miceli in questa intercettazione, indignati come magistrati e Forze dell’ordine in un giorno in cui si commemora la morte di due grandi magistrati”.
L'appoggio del clan ai candidati. Per rafforzare il controllo del territorio gli appartenenti al clan sono intervenuti nell’ultima campagna elettorale per le comunali, assicurando sostegno ad alcuni candidati. Uno di questi è stato ripreso dai carabinieri mentre, con il cappuccio calato sul volto, incontrava alcuni esponenti della cosca. Inoltre era stato deciso che i manifesti elettorali dei candidati di riferimento dovessero essere gli unici a restare in piedi nel quartiere di Nicastro sotto il controllo dei "Cerra-Torcasio-Gualtieri". (ga.pa)
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