Cronaca

Le cosche del Vibonese e la discarica dei veleni. Un decesso avvolto dal mistero

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L'uomo era rimasto per anni alla guida della fabbrica di laterizi dove sarebbero state seppellite 130mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Ora la prescrizione rischia di porre sulla vicenda una pietra tombale

La prescrizione dei reati per i dodici imputati nell'ambito dell'inchiesta che vede al centro la discarica dei veleni, in località Fornace Tranquilla di San Calogero, non  è l'unica questione da affrontare nell'ambito della complessa vicenda. Al di là della lentezza della giustizia, a galla stanno tornando inquietanti ipotesi inerenti le presunte ingerenze della 'ndrangheta sulla discarica.  

Il decesso. E c'è un giallo ancora tutto da risolvere. Ovvero, quello legato alla morte di Antonio Romeo, di Taurianova, allora alla guida della fornace di laterizi. L'uomo è stato trovato esanime in circostanze che gli inquirenti hanno ritenuto "a dir poco misteriose" all'interno della propria macchina. 


Secondo gli investigatori, il mezzo sarebbe stato fatto precipitare volutamente dal costone della provinciale per Nicotera nella zona di Coccorino. Dunque, si sarebbe trattato di un omicidio a tutti gli effetti. L'auto, infatti, è andata ad incunearsi nello spazio di circa un metro e mezzo finendo in fondo alla scogliera. Quando venne trovato cadavere, l'uomo era svestito e con la maglia che gli copriva il capo. Una tecnica usata dalle 'ndrine per punire che aveva "visto troppo -  scrisse la Guardia di Finanza - e non doveva vedere".  

Cambio di rotta. Da allora l'azienda passò nelle mani di Giuseppe Romeo e del figlio Stefano che "non avevano alcuna intenzione di vedere ciò che Antonio Romeo aveva visto e tassativamente rifiutato, ovvero il riciclaggio di veleni nell'azienda di famiglia. Insomma, il morto potrebbe essere stato personaggio di ostacolo al traffico dei rifiuti. E la sua fine avrebbe consentito di entrare di scendere in campo a personaggi del posto che gli inquirenti ritengono vicini alla cosca Mancuso. Ma con la prescrizione dei reati sulla vicenda rischia di calare definitivamente il silenzio

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