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Sant’Onofrio, il gruppo folklorico si prepara a rievocare la Resistenza

Il Gruppo Folklorico “Città di Sant’Onofrio”, da sempre attento a non separare il Folklore dalla Cultura, ma anzi a farne l’espressione più concreta ed autentica, si prepara a celebrare, secondo il proprio stile, una pagina importante della nostra storia, quella della Resistenza. Venerdì 21 aprile, alle ore 18,30, nei locali del centro di aggregazione Falcone-Borsellino di Sant’Onofrio (VV), il Gruppo offrirà, a quanti vorranno intervenire, un concerto a tema, che, partendo dalla Liberazione e dallo spirito che l’ha prodotta, si soffermerà sul senso e sulle componenti della vera libertà, per concludere con un flash sulle nuove schiavitù, da cui urge “liberarsi”, per poter vivere da uomini. Dalla dittatura del Nazifascismo alla dittatura del Pensiero unico: “resistere” per salvare l’essenza, la bellezza, la creatività, la dignità dell’essere umano.

La Presidente del gruppo, prof. Giovanna Lopreiato, chiarisce perchè proprio il Gruppo Folk ha scelto di celebrare la ricorrenza del 25 Aprile, spiegando cosa c’entra un Gruppo di Musica Popolare con la Liberazione. “La Musica, come la Poesia – afferma la Presidente – è la rivelazione profonda dei sentimenti dell’uomo, è tensione etica ed è impegno civile.
È comunicazione e partecipazione. È denuncia e testimonianza. Solo in condizioni disumane è impotenza, è silenzio”.

E qui si rifà ai versi di Salvatore Quasimodo riportati sulla locandina-invito e alle condizioni di non-libertà descritte dal Poeta nella famosa “Alle fronde dei salici”:
“Davanti agli orrori della seconda guerra mondiale e della violenza nazifascista, davanti a tanto scempio e tanto dolore, anche le cetre dei poeti tacciono, appese ai salici… Così come tacevano le cetre degli Ebrei nella loro condizione di schiavitù (Salmo 137). Il Canto, la Poesia, che sono espressioni libere dell’animo, continua la prof., non possono nascere quando l’animo non è libero ma è sopraffatto da tanta disumana violenza. Anche l’Arte muore, quando muoiono i sentimenti più elementari di pietà e di umanità. Credo sia un dovere di tutti, anche del Gruppo Folk, conclude la Presidente, conoscere e far conoscere ai più giovani il prezzo e il valore della libertà, se non altro perchè evitino di barattarla con un piatto di lenticchie, quel niente, quel nichilismo che la nostra società oggi sta offrendo, spacciandolo per progresso e libertà. La significativa rassegna di Canti popolari, curata dai Direttori artistici Pino Figliano e Annarita Diano, ha l’evidente scopo di richiamare l’attenzione sui contenuti di cui sopra, intrattenendo in maniera leggera ma non banale gli amici che, “liberi” da pregiudizi e condizionamenti possibili, siano interessati a temi di una certa obiettiva importanza per tutti”.