Cronaca

Disastro ferroviario nel Catanzarese, la Procura chiede tre rinvii a giudizio (NOMI)

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Per capotreno, coordinatore del personale e macchinista si ipotizzano i reati di disastro ferroviario colposo, lesioni colpose e cooperazione colposa


di GABRIELLA PASSARIELLO

Un nuovo traguardo è stato raggiunto dalla Procura di Catanzaro sul disastro ferroviario provocato da due littorine delle Ferrovie della Calabria, che  viaggiavano in direzione opposta, scontrandosi su un tratto a binario unico, intorno alle 14 del 6 marzo 2014, tra Gimigliano e Cicala. Il sostituto procuratore Andrea Mancuso ha chiesto il rinvio a carico del macchinista Luigi Pironti, di 54 anni, del capotreno Annarita Trotta, di 39 anni, e del coordinatore del personale Pietro Falvo, di 54 anni. Per tutti il magistrato ipotizza i reati di disastro ferroviario colposo, lesioni personali colpose e cooperazione colposa. Secondo le ipotesi di accusa, macchinista, capotreno e coordinatore del personale “avrebbero, in concorso, causato il disastro ferroviario consistito nella collisione tra il convoglio ferroviario numero 16, proveniente da Catanzaro e diretto a Soveria Mannelli e quello numero 23, che procedeva in senso opposto, lungo la linea ferroviaria a binario unico che collega Catanzaro a Cosenza”, provocando ad alcuni passeggeri lesioni personali, giudicate guaribili a seconda dei casi in dieci, quindici giorni.

L’inchiesta. Nel corso delle indagini il pm titolare dell’inchiesta aveva nominato dei consulenti per verificare la funzionalità delle apparecchiature Acei (apparato centrale elettrico a itinerari), installate nelle stazioni di Madonna di Porto e San Pietro Apostolo della linea ferroviaria delle “Ferrovie della Calabria” e delle apparecchiature Ctc ,  (Comando traffico centralizzato), posizionate nella direzione  centrale operativa di Catanzaro  e nelle sedi periferiche di San Pietro Apostolo e Madonna di Porto, “tramite esame e prove di funzionamento degli apparati, delle apparecchiature, dei macchinari e dei mezzi interessati dalla circolazione dei convogli numero 16 e 23”. All’epoca dei fatti sono state riscontrate alcune criticità  proprio su quella linea, a 300 metri a nord dalla Basilica della Madonna di Porto e il Comune di Cicala. In alcuni punti sono stati trovati cavi collegati con del nastro isolante.


Il boato assordante. Oltre ottanta i passeggeri, una trentina i contusi che sono stati portati al Pronto soccorso dell’ospedale  “Pugliese-Ciaccio” del capoluogo e tre i feriti gravi trasportati con gli elisoccorso nei nosocomi di Cosenza e Catanzaro . Il boato assordante simile ad un’esplosione, ha richiamato i cittadini di Gimigliano e dei comuni limitrofi che si sono riversati a pochi passi dalle ferrovie. Una tragedia che avrebbe potuto stroncare la vita di tante persone. All’epoca dei fatti il pm aveva incaricato il Nisa delegato alle indagini il sequestro delle scatole nere. Dentro quei treni c’erano tanti giovani, impiegati, donne incinte, pendolari che quotidianamente raggiungevano Catanzaro per motivi di lavoro o di studio utilizzando i convogli delle Ferrovie della Calabria e in uno dei due treni viaggiavano anche sedici atleti della squadra giovanile di calcio della Garibaldina di Soveria Mannelli, che avevano da poco finito di disputare una partita. Adesso la parola passa al gup, che, una volta fissata l’udienza preliminare, nel contraddittorio tra accusa e difesa, deciderà se mandare a processo i tre indagati.