Dopo la foto apparsa sul suo profilo facebook, il parroco di Zungri don Giuseppe Larosa presenta le sue scuse ufficiali al segretario generale della Cgil Camusso
Don Giuseppe Larosa chiede scusa. Dopo la foto apparsa sulla sua pagina facebook con pistola d'epoca in mano rivolta contro il televisore che in quel momento trasmetteva l'immagine della segretaria nazionale Cgil Susanna Camusso e il commento giudicato da più parti a sfondo "sessista", il parroco di Zungri fa marcia indietro e, attraverso una lettera inviata dal suo avvocato, Carmine Pandullo, porge le sue più sentite scuse alla sindacalista e precisa i termini di una vicenda amplificata dai social.
Selfie shock sui social, prete vibonese "punta" la pistola contro la Camusso (FOTO)
Goliardata. Sul punto, senza voler giustificare la condotta del sacerdote, l'avvocato Pandullo aggiunge: "E' opportuno evidenziare l'animo scherzoso che, in modo risaputo, contraddistingue il noto parroco, al punto da indurre l'intera comunità dei propri amici e fedeli, in virtù della diretta conoscenza dello stesso e della sua vivace personalità, ad intervenire in difesa della sua assoluta buona fede. Pur consapevole, dunque, della bontà del gesto di cui si è reso autore, è lo stesso parroco tuttavia - ad autobiasimarsi, ritenendo opportuno porgere le più sentite scuse alla dott.ssa Susanna Camusso, sia come Donna, sia nella Sua qualità di Segretario Nazionale della CGIL, auspicando che lo stimato Segretario possa accoglierle comprendendo lo spirito goliardico e la successiva presa di coscienza del parroco in ordine alla inopportunità e potenziale offensività del proprio gesto".
La precisazioni. In merito, poi, all'ulteriore notizia circa iì presunto "affidamento diretto" da parte di Don Larosa di un restauro del quadro della Madonna della Neve ad una restauratrice senza regolare gara d'appalto, l'avvocato Pandullo precisa: "Si intende chiarire che don Giuseppe Larosa è subentrato alla guida della comunità religiosa di Zungri nel 20L6 e l'iter relativo all'affidamento dell'incarico in questione, secondo quanto affermato dallo stesso parroco anche in altre occasioni, è stato espletato dal suo predecessore. D'altronde i dati documentali emergenti, anche quelli relativi alle specifiche autorizzazioni della Soprintendenza dei beni Culturali di Cosenza, parlano chiaro".