Pasquale Pititto, indicato dagli inquirenti al vertice dell’omonima ndrina, viene ritenuto dalla collaboratrice di giustizia come il boss a capo del gruppo ndranghetistico di Mileto
Dentro una casa al centro di Vibo Valentia si tenevano i summit della cocaina. Ad intrattenere gli ospiti, spacciatori provenineti soprattutto dal Sud America, c’è lei, Oksana Verman, la pentita che ora sta svelando importanti retroscena ed inchiodando ex amici e compagni di merenda a base di polvere bianca. L’ucraina – compagna di Salvatore Pititto, di San Giovanni di Mileto, cugino di Pasquale Pititto, il tetraplegico condannato all’ergastolo per omicidio che, dalla sua carrozzina, gestiva i traffici di droga – sta svelando inquietanti retroscena dell’operazione Stammer che ha portato a ben 68 fermi, soffermandosi sulle trattative portate avanti con i colombiani. Gli inquirenti, non a caso indicano Pasquale Pititto come l’uomo al vertice della cosca Pititto-Prostamo-Iannello. Salvatore Pititto, invece, era il tramite tra le varie famiglie presenti nel Vibonese: quella dei Fiarè di San Gregorio, ed il gruppo dei sancalogeresi in primis.
La donna ha chiarito di non aver mai visto Pasquale Pititto: “Salvatore mi diceva che è sulla sedia a rotelle perchè era stato sparato; che è agli arresti domiciliari perchè stava scontando l’ergastolo perchè aveva commesso degli omicidi. Salvatore mi disse pure che lui aveva commesso veramente quei reati. Nonostante Pasquale Pititto sia sulla sedia a rotelle ho molta paura di lui perchè sa tutto di tutti”.
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