Cultura & Spettacolo

Le opere di Mamma Natuzza nel dizionario della libreria editrice Vaticana

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Il messaggio di luce e di speranza della mistica di Paravati continua a manifestarsi in maniera, forte e chiara 

di VINCENZO VARONE

Mamma Natuzza la grande mistica con le stimmate figura nella nuova edizione del dizionario di mistica della libreria editrice Vaticana. Alcune pagine dell’autorevole pubblicazione sono state, infatti, dedicate a Fortunata Evolo. A curarle è stato il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo. Un ulteriore importante segnale della grande considerazione che gode la figura di Natuzza nelle stanze della curia vaticana.

La pubblicazione. Il lavoro del vescovo parte dai cenni biografici in cui accenna al giorno in cui Natuzza all’età di 8 anni quando fece la Prima Comunione manifestò i primi sintomi dei fenomeni di perdite di sangue, che nel tempo diventeranno sempre più ripetuti. “Mentre riceve la Cresima nel 1940 – scrive il presule – avverte qualcosa alla schiena: ritornata a casa, si resero conto che sulla camicetta, all’altezza della spalla sinistra, vi era una macchia di sangue a forma di croce. Le emissioni di sangue si ripeteranno nei giorni successivi, per cui il vescovo di Mileto, preoccupato, sottopone la ragazza a visite specialistiche. Si parlò di isterismo, per cui la ragazza venne ricoverata e sottoposta ad analisi specialistiche presso l’Ospedale psichiatrico di Reggio Calabria. Dopo giorni di esami e di cure, lo stesso medico consigliò il matrimonio come possibile soluzione allo stato di salute psichica di Natuzza. Malgrado lei stesse maturando l’idea di farsi monaca o suora, accettò il matrimonio, che avvenne nel 1943. Dal rapporto nasceranno 5 figli. Nel 1944 ha una visione della Madonna che le avrebbe annunciato che più avanti nel tempo in paese sarebbe sorto un complesso intitolato al , cosa che è in via di ultimazione e sarà presto consacrato.

I segni delle stimmate. Luigi Renzo ricorda quindi che “a partire dal 1955 Natuzza, in periodo di quaresima”, incominciò ad avvertire “in modo sempre più vistoso, specialmente alle mani, ai piedi e alle ginocchia i segni delle stimmate, con croste che componevano croci e altri simboli sacri, che andavano poi scomparendo dal giorno di Pasqua senza ricorrere ad alcuna medicazione. I dolori e le sofferenze diventano intensi durante la settimana santa, raggiungendo il massimo tra mezzogiorno e le tre del pomeriggio del venerdì santo. Fatte più volte esaminare, nel 1979 il Prof. Francesco Aragona, titolare della seconda cattedra di Medicina Legale dell’Università di Messina, dopo aver esaminato alcuni reperti emografati appartenuti a Natuzza (due pezzi di stoffa bianca e un fazzoletto con disegni vari), confrontati con una provetta di sangue prelevato alla stessa, concluse che il gruppo sanguigno di tutti i reperti era uguale a quello di Natuzza, escludendo, pertanto, che le emografie fossero state artificiosamente dipinte con sangue animale o altro”.

I cenacoli. Una parte è dedicata anche ai cenacoli. “Ispirati da lei, nel 1994 nacquero i Cenacoli di preghiera, poi approvati dal Vescovo di Mileto nel 1999. Oggi sono diffusi in tutto il mondo. Su sua indicazione è sorta a Paravati anche una Casa di accoglienza per anziani, dove lei stessa visse gli ultimi anni della sua vita.” Lo scritto del presule si sofferma, altresì, sulla esperienza mistica di Mamma Natuzza. “Analfabeta, mamma di famiglia, obbediente alla Chiesa e innamorata di Dio, a cui si è affidata totalmente fino ad accettare, anzi chiedere, la sofferenza ed il coinvolgimento anche fisico con la passione di Cristo. Accolse le stimmate come dono quaresimale. In lei nessuna superbia, nessuna sovrapposizione di parti, nessuna evocazione divinatoria, nessuna ricerca di sensazionalismo, ma solo ed esclusivamente una grande fede ed una appassionata fiducia in Dio”.

L’itinerario spirituale. Un altro aspetto preso in esame da Renzo è quello dell’itinerario spirituale. “Natuzza con la sua spontaneità spesso disarmante e con la sua profonda spiritualità – afferma il vescovo -è una vera sfida alla cultura liquida di oggi, caratterizzata dalla ricerca dell’effimero, del successo e del contingente. Comunica l’amore alla vita. Questo è il suo primo messaggio convincente. Il ricupero della spiritualità e della interiorità è la via più breve e sicura per uscire dall’aridità del cuore al fine di intraprendere un percorso serio di fede e di umanità. Con Gesù, riferimento e modello di uno stile di vita più umano e responsabile, saremo tutti vincitori sulle sacche della nostra cultura del provvisorio e del relativismo totale”.
Il messaggio di luce e di speranza di Mamma Natuzza continua, dunque, a manifestarsi in maniera forte e chiara e giorno dopo giorno le colline della sua Paravati continuano a vivere il mistero della fede.

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