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Sanità, in Calabria permessi per il 22% dei dipendenti. Maglia nera all’Asp di Vibo

Esoneri, permessi, congedi e turni ridotti, tutti autorizzati mandano in tilt i reparti dei nostri ospedali. E’ almeno un lavoratore su cinque a godere di molte agevolazioni

Congedi speciali, limitazioni, esenzioni, turni ridotti, permessi, mansioni diverse da quelle per cui si è stati assunti. Il variegato mondo della sanità calabrese è il vero ammalato da curare. Il commissario Massimo Scura sospetta che tra quanti usufruiscono di diverse forme di agevolazione vi sia una discreta messe di imboscati. Medici e infermieri finiti nell’Amministrazione a svolgere un lavoro diverso da quello per cui è stato chiamato a servire il sistema. Il fenomeno non è peculiarità della nostra regione, ma in Calabria raggiunge picchi inimmaginabili altrove. C’è una ricerca della Cergas-Bocconi a chiarire come in Italia sia il 12% dei dipendenti della sanità pubblica a fruire di limitazioni alla propria idoneità lavorativa con punte del 24% tra gli operatori sociosanitari.

I numeri in Calabria. Nel Mezzogiorno è la Calabria a guidare la poco lusinghiera graduatoria. Basti pensare che 80 psicologi sono finiti negli uffici amministrativi. “Erano stati assunti dai Comuni per seguire gli studenti molti anni addietro – chiarisce la struttura dipartimentale – e poi trasferiti all’Asp senza concorso”. Nel complesso, negli ospedali della Regione il 22% dei dipendenti operativi fruisce di permessi per assistere i familiari. Con punte di oltre il 30%. Maglia nera all’Asp Vibo Valentia dove il 34,1% di dipendenti che ottengono permessi e limitazioni retribuiti previsti dalla legge per assistere familiari. Segue Catanzaro con il 30,5% e Reggio Calabria con il 29,5%. Va meglio a Crotone con il 16,6% e a Cosenza con il 13%. Quanto agli ospedali, situazione abbastanza buona a Reggio Calabria con l’8,8%. Male il Pugliese-Ciaccio con il 29,7%.