La morte della 37enne deceduta tre giorni dopo aver dato alla luce la piccola Giada, getta nuove pesanti ombre sul presidio vibonese
Un anno dopo la morte di un bambino in procinto di essere dato alla luce si scatena nuovamente una bufera sull’ospedale di Vibo Valentia. E questa volta per un evento ugualmente tragico e, per certi aspetti, ancor più difficile da spiegare. La morte di Tiziana Lombardo, la 37enne deceduta tre giorni dopo aver dato alla luce la piccola Giada, getta nuove pesanti ombre sul presidio vibonese. Sembra quasi una maledizione quella abbattutasi sul nosocomio da ormai dieci anni. Come dimenticare i casi di Federica Monteleone ed Eva Ruscio. Troppe lacrime sono state versate. Ultime in ordine di tempo, a dieci anni di distanza dal primo decesso, quello di Federica Monteleone, le lacrime dei familiari della giovane Tiziana, nata a Paravati, ma residente da anni a Santa Domenica di Ricadi.
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Oggi, sul corpo privo di vita della donna, verrà eseguita l’autopsia. E i dieci medici finiti nel registro degli indagati – tutti ginecologi – potranno nominare un proprio consulente che prenderà parte all’esame autoptico. Ad effettuarlo, sarà l’anatomopatologa Katiuscia Bisogni, su disposizione del pm Claudia Colucci della Procura di Vibo Valentia che le conferirà l’incarico alle 10,30 di questa mattina. Consulente della famiglia sarà il dott. Massimo Cardamone.
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Indagine interna. Nel frattempo, l’Asp ha disposto un incontro convocato dal dg Angela Caligiuri con i medici che hanno assistito la vittima, nei giorni che hanno preceduyto il decesso. E ha comunicato che “il tragico evento si sarebbe verificato nonostante la tempestività delle cure prestate e l’impegno profuso dai medici che non hanno lasciato nulla di intentato nel tentativo di impedire quello che purtroppo poi si è verificato. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha chiesto l’urgente trasmissione della relazione su quanto accaduto a Vibo Valentia.
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