I militari della stazione di Sant’Onofrio hanno individuato il covo del latitante che ha provato a fuggire sui tetti delle abitazioni del centro storico. Adesso è caccia al fratello Nicola
di MIMMO FAMULARO
Si era reso irreperibile dallo scorso mese di settembre, violando le prescrizioni di sorveglianza speciale. Sapeva che, prima o poi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, guidati dal capitano Valerio Palmieri, avrebbero bussato alla porta di casa e, anche per questo, ha preferito far perdere le proprie tracce. La nuova latitanza di Domenico Bonavota, 37 anni, di Sant’Onofrio, è durata pochissimo. Martedì sera è stato il primo a finire in manette nell’ambito dell’operazione “Conquista” che ha “decapitato” i vertici dell’omonima cosca.
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Il blitz. I militari della Stazione di Sant’Onofrio sono riusciti ad individuare il covo del boss che dal suo paese non si era mai allontanato mettendo fine al periodo di clandestinità. Il blitz è scattato quindi all’ora di cena con l’ausilio dei carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Vibo Valentia. Una ventina di uomini in tutto che hanno cinto d’assedio il rione Cuntura, centro storico ed enclave quasi inespugnabile di un paese che è il feudo di una delle famiglie di ‘ndrangheta più potenti del Vibonese. Domenico Bonavota si trovava qui, in un’abitazione di via Olimpia, insieme a Giovanni Lopreiato, 54 anni, pure lui di Sant’Onofrio, arrestato e rimesso in libertà dopo la convalida del fermo (LEGGI QUI).
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Irreperibile. La sua cattura ha caratterizzato la prima parte del blitz che è proseguito poi all’alba con l’ausilio anche dello Squadrone dei Cacciatori di Vibo Valentia. All’arresto è sfuggito Nicola Bonavota, 40 anni, che si è reso irreperibile e ora è attivamente ricercato dai carabinieri. Manca solo lui all’appello per chiudere il cerchio.
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