Cronaca

Processo Alluvione a Vibo, nessuno pagherà penalmente per i tre morti

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Non saranno più contestati i reati di omicidio colposo e omissione d’atti d’ufficio dichiarati oggi prescritti. Resta ancora in piedi la contestazione di disastro colposo

di GIUSEPPE BAGLIVO

Si tornerà in aula il 6 dicembre prossimo ma in tale udienza non potranno essere più contestati i reati di omicidio colposo ed omissione d’atti d’ufficio. Al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, oggi presieduto dal giudice Vincenza Papagno, non è rimasto altro che dichiarare stamane la prescrizione (atteso che nessuno degli imputati vi ha rinunciato) per tali ipotesi di reato contestate (per quanto attiene il reato di omicidio colposo) ad: Ugo Bellantoni, ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Vibo, difeso dagli avvocati Ernesto D’Ippolito e Giovanni Marafioti; Domenico Corigliano, ex comandante della Polizia Municipale di Vibo (avvocati D’Ippolito e Monaco); Silvana De Carolis, ex dirigente del settore Lavori pubblici e Urbanistica del Comune di Vibo (avvocato Giuseppe Di Renzo); Giacomo Consoli, ex dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Vibo (avvocato Antonello Fuscà); Raffaella, Alessandra, Maria Antonietta e Fabrizio Marzano, proprietari di una strada privata in località “Sughero” (avvocato Antonio Crudo); Pietro La Rosa, responsabile della sorveglianza idraulica dei bacini idrografici nella provincia di Vibo (avvocato Giosuè Megna). Dovevano tutti rispondere di aver cagionato con condotte colpose, ognuno per i rispettivi ruoli, la morte del piccolo Salvatore Gaglioti (di soli 16 mesi) e lo zio Ulisse Gaglioti sommersi, unitamente a Nicola De Pascale (altra vittima dell’alluvione), da una colata di fango e detriti sulla Statale 18 nei pressi della non lontana contrada “Sughero”. Nessuno di tali imputati ha inteso rinunciare alla prescrizione e pertanto penalmente nessuno pagherà mai per i tre morti dell’alluvione.

Bellantoni

Ugo Bellantoni

Gaetano Bruni

Gaetano Ottavio Bruni

Prescritto anche il reato di omissione d’atti d’ufficio contestato a: Gaetano Bruni, ex presidente della Provincia di Vibo (avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino); Paolo Barbieri, ex assessore provinciale ai Lavori pubblici (avvocato Giuseppe Altieri); Giovanni Ricca, responsabile pro tempore dell’Abr, (avvocato Vincenzo Adamo); Ottavio Amaro, responsabile pro tempore dell’Abr (avvocato Guido Contestabile). Anche tali imputati non hanno inteso rinunciare alla prescrizione che non equivale di certo ad una sentenza di assoluzione.

Resta quindi in piedi il processo per la sola ipotesi di reato di disastro colposo che vede imputati: Ugo BellantoniDomenico CoriglianoSilvana De CarolisGiacomo ConsoliRaffaella, Alessandra, Maria Antonietta e Fabrizio Marzano, Pietro La Rosa, Gaetano Bruni, Paolo Barbieri, Filippo Valotta (Consorzio industriale), assistito dagli avvocati Vecchio e D’Agostino; Giovanni Ricca, Ottavio Amaro.

Alluvione a Vibo Marina

Ben 19, invece, le parti civili, mentre 3 sono gli enti chiamati a rispondere quali responsabili civili: il Comune di Vibo, difeso dall’avvocato Nicola Lo Torto, la Provincia di Vibo, assistita dagli avvocati Emilio Stagliano e Francesco Maione, la Regione Calabria, difesa dagli avvocati Michele Rausei e Antonio Montagnese.

Fra le parti civili, oltre ai familiari delle vittime e 17 privati cittadini, ci sono anche il Wwf con l’avvocato Angelo Calzone e Legambiente con l’avvocato Rodolfo Ambrosio.

Altre sei parti civili sono invece assistite dall’avvocato Antonio Porcelli, una a testa dagli avvocati Maria Repice e Antonio Ludovico e due dall’avvocato Giuseppe Costabile. Parte civile anche Bruno Virdò, l’uomo che riportò gravi ferite tentando di salvare il piccolo Salvatore Gaglioti.

Alluvione Vibo

Giustizia in “tilt” a Vibo ValentiaLa prescrizione, dunque, colpisce ancora ed a farne le spese questa volta è il processo sicuramente più importante in corso di celebrazione a Vibo Valentia. Un processo nato male e finito peggio, che avrebbe invece meritato ben altro trattamento da parte di tutti visto che parliamo di tre morti, 90 feriti, 306 evacuati e danni per 200 milioni di euro.

Cronistoria degli eventi. Dopo una prima inchiesta aperta dall’allora procuratore, Alfredo Laudonio, e conclusa con una raffica di proscioglimenti già in fase di udienza preliminare, la nuova inchiesta del procuratore Mario Spagnuolo è approdata in dibattimento solo il 30 ottobre 2012, a 6 anni quindi dal disastro. In tale data, tuttavia, il processo non si è aperto per la mancata notifica ad alcuni imputati del decreto che disponeva il giudizio. Il Tribunale, presieduto all’epoca dal giudice Manuela Gallo, rinvia in tale data il processo al 5 febbraio 2013. Tutto a posto? Neanche per idea. Giudici incompatibili il 5 febbraio 2013 e rinvio al 14 marzo 2013 per un nuovo nulla di fatto ed un altro rinvio al 10 ottobre 2013. Niente da fare neppure in tale data e rinvio al 4 marzo 2014 quando finalmente parte il processo, a ben 8 anni dai fatti della drammatica alluvione che sconvolse Vibo e le Marinate. In tale data (4 marzo 2014), il Tribunale collegiale è presieduto dal giudice Filippo Ricci, riuscito ad incardinare il dibattimento ed a programmare le prime escussioni in aula dei testi dell’accusa.

Legge

Il processo si celebra poi nelle udienze del 10 aprile 2014, 15 maggio 2014 e 19 giugno 2014. Nell’udienza del 25 settembre 2014, però, le difese degli imputati non prestano in aula il consenso per far salva tutta l’attività istruttoria sino ad allora svolta dinanzi al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Filippo Ricci (trasferito in altra sede).

A presiedere in tale data (25 settembre 2014) il Tribunale collegiale è il giudice Antonino Di Marco, anche lui però in via di trasferimento e quindi nuovo rinvio del processo al 20 novembre 2014 per iniziare ancora da zero e con un ulteriore nuovo Collegio. Dal 20 novembre 2014 il rinvio del processo è per l’udienza del 17 febbraio 2015, poi altra udienza il 30 aprile 2015 e quindi da aprile 2015 un nuovo lungo rinvio: 9 luglio 2015. Da luglio rinvio all’udienza del 20 novembre 2015, con il Pm (applicato in via provvisoria dalla Procura di Lamezia) che chiede l’ennesimo rinvio annunciando per gennaio 2016 la presenza in aula del procuratore Mario Spagnuolo che assegna poi il fascicolo al nuovo pm Benedetta Callea.

pm Benedetta Callea

pm Benedetta Callea

Il 21 gennaio 2016 a rappresentare l’accusa in aula – dinanzi al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Lorenzo Barracco – c’è quindi il nuovo giovane magistrato ed è proprio con Benedetta Callea alla pubblica accusa che il processo compie finalmente significativi passi in avanti con l’attività istruttoria. Tutto inutile, però, per quanto riguarda i reati di omicidio colposo e omissione d’atti d’ufficio oggi caduti in prescrizione. Per le tre vittime dell’alluvione nessuno pagherà penalmente: la prescrizione tanto temuta, quanto annunciata ripetutamente da alcuni giornalisti rimasti inascoltati in questi mesi ed in questi anni, è oggi arrivata per il reato di omicidio colposo. Con buona pace di chi crede ancora nella giustizia a Vibo Valentia…

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