Cronaca

Matrimonio in elicottero a Nicotera: ecco tutti i risvolti politici del caso

Le partecipazioni di sindaco e vicesindaco al ricevimento di un soggetto in prova ai servizi sociali pongono una serie di interrogativi. Evidenti le responsabilità politiche

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di GIUSEPPE BAGLIVO

Continua a tenere banco la vicenda dell’atterraggio, senza alcuna autorizzazione, dell’elicottero in piazza Castello a Nicotera, con a bordo lo sposo Antonio Gallone, 30 anni – in prova ai servizi sociali dopo essere stato trovato nel 2011 dai carabinieri ad innaffiare oltre 600 piante di marijuana alte quasi due metri -, la sposa ed il pilota del velivolo. Da un lato l’inchiesta della Procura di Vibo Valentia coordinata dal procuratore facente funzioni, Michele Sirgiovanni, volta a far luce su quelle che lo stesso magistrato ha definito come “gravi anomalie negli atti amministrativi” dopo la richiesta del velivolo di utilizzare il solo campo sportivo di Nicotera per il decollo verso le Eolie, dall’altro lato il dover necessariamente fare i conti con evidenti responsabilità politiche alle quali gli amministratori non possono sottrarsi.

Non lo possono fare non solo perchè l’articolo 54 della Costituzione italiana recita testualmente che “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”, ma anche perchè la partecipazione al ricevimento (ristorante nel territorio di Francavilla Angitola) da parte del sindaco di Nicotera, Franco Pagano, e del vicesindaco Francesco Mollese, impone per forza di cose l’assunzione di precise responsabilità politiche che prescindono da eventuali responsabilità penali legate alla vicenda dell’atterraggio dell’elicottero in piazza senza autorizzazioni.

Franco Pagano

Il banchetto al ristorante e le responsabilità politiche del sindaco. Intervistato dal “Fatto Quotidiano”, il sindaco di Nicotera Franco Pagano ha spiegato: ” Ero al matrimonio insieme a 600 invitati. Io sono andato direttamente al ristorante non in chiesa perché non sono credente. Con me c’era mia moglie, il vicesindaco e sua moglie. Che io sappia nemmeno loro hanno partecipato alla cerimonia. Da gennaio ad oggi sono andato a 14 matrimoniLo sposo Antonio Gallone lo conosco di vista. È un giovane di 30 anni. So chi è, ma con lui non intrattengo rapporti né di amicizia né di frequentazioni. I precedenti di Antonio Gallone non li conoscevo, né li conosco. È un dato su cui non so discutere. Non conosco neanche Pino Gallone. So che è il padre dello sposo ma anche con lui non abbiamo mai consumato un caffè”.

Il sindaco, Franco Pagano, sottolinea quindi di non conoscere i “precedenti” dello sposo, segno evidente che se li avesse conosciuti – stando alle sue dichiarazioni – al matrimonio non ci sarebbe andato. Infatti nella stessa intervista aggiunge: “ Sono andato al matrimonio perché invitato dai genitori della sposa. Ero seduto con amici di famiglia. Ho fatto solo la mia presenza e appena mi è stato possibile me ne sono andato. A discuterlo oggi, le direi che non ci sarei andato”.

Ora, stando così le cose alla luce delle stesse dichiarazioni del sindaco, appare evidente che il primo cittadino si è recato al matrimonio “su invito dei genitori della sposa” (per come dichiara Franco Pagano), senza informarsi sui precedenti dello sposo. Prima considerazione: un sindaco – tanto più di un Comune già sciolto due volte per infiltrazioni mafiose e con una terza Commissione di accesso agli atti che ha da poco concluso la propria ispezione – è normale si rechi a dei matrimoni senza informarsi dei problemi con la giustizia di uno degli sposi? Seconda considerazione: Nicotera non è una metropoli. Non si pretende ugualmente che tutti debbano conoscere tutti, ma se si ricoprono cariche pubbliche elettive la prudenza non è mai troppa. Oltre a non essersi informato sull’identità dello sposo, è evidente altresì che il sindaco non ha letto – o se l’ha letto l’avrà di certo dimenticata – neanche la notizia (pubblicata da tutti i giornali locali e tuttora reperibile con una semplice ricerca anche su internet) del ritrovamento nel 2011 da parte dei carabinieri di una piantagione con oltre 600 piante di marijuana, alte quasi due metri, innaffiate da Antonio Gallone, l’odierno sposo attualmente in prova ai servizi sociali proprio per tale vicenda.

Terza considerazione: il sindaco non ha neppure letto la notizia, pubblicata il 30 luglio 2011 da tutti i giornali locali, con tanto di foto (e tuttora reperibile su diverse testate on line), dell’arresto per la coltivazione di 113 piante di marijuana del nonno omonimo dello sposo, vale a dire Antonio Gallone, 79 anni,  detto “U pizzichiju”, pure lui di Nicotera. Altresì al primo cittadino sarà sfuggita anche la notizia pubblicata lo scorso anno (1 ottobre 2015), e tuttora facilmente reperibile su internet, dell’arresto per espiazione pena dello stesso 79enne Antonio Gallone posto nell’occasione ai “domiciliari”. L’omonimia dell’arrestato con lo sposo (stesso nome e cognome fra nonno e nipote), del resto – ove tali notizie fossero state lette dal sindaco – avrebbe di certo indotto il primo cittadino a riflettere bene sull’opportunità di partecipare al ricevimento finito ora sotto la “lente d’ingrandimento” della Procura di Vibo Valentia.

Quarta considerazione: il sindaco sa bene, anche perchè di professione è un apprezzato avvocato, che tanti Consigli comunali – compresa Nicotera per ben due volte – sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose anche per comportamenti penalmente non rilevanti ma che contribuiscono ugualmente a svilire di fatto quel “prestigio” e quell’autorità che chi ricopre incarichi pubblici elettivi deve, per legge, sempre mantenere. Quali garanzie danno e possono dare, allora, un sindaco ed un vicesindaco sul fatto che malavita – organizzata o meno poco importa – ed amministratori che rappresentano un’istituzione (il Comune) si tengano il più distante possibile fra loro (sono due “mondi” che non dovrebbero mai incontrarsi), vista la facilità con la quale i due politici si sono ritrovati al ricevimento per il matrimonio di uno sposo in prova ai servizi sociali? Al matrimonio, fra l’altro, erano presenti al ricevimento, fra gli invitati, anche altri soggetti con problemi con la giustizia. In altre parole: come si può tenere lontana la malavita o soggetti con problemi con la giustizia se – come dimostrato nel caso di specie – non si è in grado di riconoscerli?

Questi gli interrogativi, legittimi, che chiamano in causa il sindaco ed il vicesindaco per un’evidente responsabilità politica dalla quale – prescindendo dalle irregolarità per l’atterraggio in piazza dell’elicottero – non possono sottrarsi. Non lo possono fare per il ruolo dagli stessi ricoperto nell’istituzione locale (l’ente Comune) e perchè la responsabilità politica, per chi fa politica, viene – o dovrebbe venire – prima ancora di tutte le altre responsabilità.

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