Cronaca

‘Ndrangheta: operazione “Alchemia”, le accuse al deputato calabrese Pino Galati

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Corruzione aggravata dall’agevolazione mafiosa il reato ipotizzato per il parlamentare lametino di Ala (area politica con leader Denis Verdini). Il rigetto dell’arresto da parte del gip

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C’è anche il deputato di Lamezia Terme, Pino Galati, 55 anni, avvocato, oggi nel gruppo politico che fa riferimento a Denis Verdini (schierato a sostegno del Governo di Matteo Renzi), fra gli indagati dell’inchiesta “Alchemia”. Deputato dal 1996, nel 2001 segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, ex Ccd, ex Pdl, ex Udc, ex Forza Italia, già vice presidente della Sacal (Società di gestione dell’aeroporto Lamezia Terme), già presidente della Fondazione ‘I Sud del Mondo ’ onlus il cui obiettivo è la promozione dello sviluppo delle aree italiane e straniere economicamente svantaggiate, quindi dal 24 gennaio 2011 presidente della Fondazione dei “Calabresi nel Mondo” che ha lo scopo di affiancare la Regione Calabria nella promozione di azioni finalizzate alla crescita ed alla competitività del sistema economico, è accusato di corruzione aggravata dall’agevolazione mafiosa.

Giuseppe Galati

Giuseppe Galati

L’accusa. Ad avviso della Dda di Reggio Calabria, Pino Galati al fine di “compiere un atto contrario ai suoi doveri di ufficio, ovvero consentire alla cosca Raso-Gullace-Albanese ed in particolare al ramo mafioso facente capo a Raso Girolamo, di ottenere lo sblocco dei lavori edili sospesi perché eseguiti in zona vincolata sita nel Parco naturale Decima Malafede a Roma, nonché l’aggiudicazione di appalti pubblici relativi a lavori di trasporto e smaltimento di rifiuti urbani del Comune di Roma, riceveva o comunque accettava la promessa di utilità, consistente nell’acquisizione della disponibilità di un immobile”.

Secondo il gip, le risultanze investigative a carico del deputato Pino Galati danno “sicuramente conto di un coinvolgimento dell’onorevole nella vicenda del blocco dei lavori di realizzazione edilizia in zona vincolata, nella zona sud della periferia di Roma (in tal senso depongono le conversazioni intercettate, invero intercorse tra Caridi Antonio  e Giovinazzo Jimmy al fine di organizzare incontri de visu con il senatore ed i due documentati incontri a Reggio Calabria tra Galati, Caridi e Giovinazzo Girolamo), ma difettano della prova sia della proficuità dell’intervento richiesto ed offerto (sblocco dei lavori o aggiudicazione degli appalti), sia della ricezione od anche solo dell’accettazione di un immobile di proprietà di Politi Rocco”.

Elementi a sostegno dell’assunto accusatorio sono in tal senso le dichiarazioni rese da Politi Luciana nel corso  di una conversazione intercettata con la sorella del 17 settembre 2009.

codice penale

Il ragionamento del gip. Secondo il giudice, nel caso in esame, il compendio indiziario lascia certamente il varco a più che un sospetto sul nesso, implicato dall’accusa, tra gli incontri del settembre/ottobre 2009 intercorsi tra Giovinazzo, il senatore Caridi e il deputato Pino Galati e l’illecito interessamento di quest’ultimo alla realizzazione dei desiderata del gruppo dei Raso-Politi-Giovinazzo. Per il gip, tuttavia, “non è chiaro in cosa avrebbe dovuto concretamente estrinsecarsi l’intervento dell’onorevole, attraverso quali canali si sarebbe dovuto o potuto orientare per giungere ad un esito fausto della vicenda. Si può solo logicamente ipotizzare -sottolinea il giudice – che costui, facendo leva sulla sua posizione istituzionalmente autorevole, avrebbe potuto esercitare una qualsivoglia eziologica influenza sull’Ufficio o sui pubblici ufficiali specificamente competenti alla realizzazione dell’atto contrario ai doveri d’ufficio, con essi concorrendo alla commissione del reato di corruzione.

Galati e soci

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Non basta per il giudice, quale elemento fattuale idoneo ad integrare il reato di corruzione “la mera (e generica) disponibilità mostrata da Galati, le cui funzioni non erano direttamente correlate alle illecite invocate infiltrazioni nel procedimento amministrativo in corso. Oltre a ciò – conclude il gip – a dispetto delle risultanze intercettive, dalle quali sembrerebbe emergere la promessa della donazione in favore di Galati, di un terreno di proprietà dei Politi – tale assunto è rimasto indimostrato ed anzi, allo stato, smentito dagli accertamenti pure, in merito, svolti”. (red 2)

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