Cronaca

‘Ndrangheta: operazione “Mamma Santissima”, ecco gli altri politici sostenuti da Sarra e dai clan

Sono diversi gli esponenti politici chiamati “in causa” nella ricostruzione dei magistrati della Dda di Reggio Calabria. Un quadro devastante per un’inchiesta storica

[banner no]

di GIUSEPPE BAGLIVO

E’ un’inchiesta storica quella portata ieri a termine dalla Dda di Reggio Calabria e denominata “Mammasantissima”. I magistrati ritengono di aver svelato un gruppo di vertice segreto in seno alla ‘ndrangheta capace di condizionare la vita politica ed economica della città ed anche dell’intera regione.

Già solo dai capi di imputazione elevati dai magistrati nei confronti degli indagati e degli arrestati, ben si comprende la portata dell’inchiesta.

Francesco Chirico (cognato del boss Orazio De Stefano) è infatti indagato poichè – sfruttando la sua capacità relazionale e di mimetizzazione connessa alla attività lavorativa svolta alle dipendenze, dal 1973 al 2004, del Comune di Reggio Calabria e, dal mese di ottobre 2004, della Regione Calabria (Servizio giuridico, con sede in via Tripepi di Reggio Calabria) – avrebbe svolto il ruolo di soggetto cerniera tra le componenti “visibili” e quella “riservata” della ‘ndrangheta, rapportandosi per conto dell’organizzazione mafiosa con le più importanti realtà imprenditoriali operanti sul territorio, interessate a mascherare la presenza di relazioni dirette con le articolazioni territoriali della ‘ndrangheta reggina, avvalendosi anche “di sigle ed operatori sindacali, tra i quali Barillà Antonino, anche per imporre l’assunzione di soggetti a lui collegati ed appartenenti al medesimo circuito criminale”.

Alberto Sarra

Altri politici citati dai magistrati antimafia vengono invece messi nero su bianco nel capo d’imputazione elevato a carico dell’ex assessore regionale di centrodestra (An) ed ex sottosegretario regionale Alberto Sarra (giunta di Giuseppe Scopelliti). Ad avviso degli inquirenti, Alberto Sarra, dopo vaer personalmente goduto nel 2005 dell’appoggio elettorale dei clan di Reggio Calabria De Stefano (per il tramite di Francesco Chirico), Condello, Lampada, Libri, dei Pangallo, dei Crucitti, oltre agli Alvaro di Sinopoli (intesi “Carni i cani”), nel 2006 avrebbe sostenuto – con esito sfavorevole – la candidatura di Vincenzo Giglio alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria;

Nel 2007, invece, Alberto Sarra in stretta sinergia con l’avvocato ed ex deputato del Psdi Paolo Romeo (pure lui arrestato) avrebbe sostenuto favorevolmente Giuseppe Scopelliti a sindaco del Comune di Reggio Calabria (in guisa da perpetuare – evidenziano i magistrati – il potere di controllo e condizionamento sull’operato di Scopelliti secondo le medesime logiche rilevabili per la campagna elettorale del 2002), attraverso il supporto dei seguenti candidati alla carica di consigliere comunale, presenti in liste collegate a quella di Scopelliti: per il movimento Cdc Strati Demetrio ; per la lista civica Alleanza per Scopelliti, Savio Leandroper An Labate Massimo, Gatto Paolo, Scarfone Beniamino e Vecchio Sebastiano, quest’ultimo – ad avviso della Dda – diretta espressione di Paolo Romeo.

A tal fine, Alberto Sarra è accusato di aver chiesto ed ottenuto il sostegno di Buggè Carmelo, ritenuto partecipe al clan Giofrè di Seminara, a cui favore avrebbe deviato il ruolo di Germanò Francesco utilizzando indebitamente la struttura legale del Consiglio Regionale della Calabria. Quindi, sempre Alberto Sarra nelle elezioni politiche del maggio 2001 per l’elezione del sindaco del Comune di Reggio Calabria avrebbe sostenuto con esito favorevole la candidatura dello stesso Francesco Germanò.

Tali politici non risultano allo stato indagati, ma vengono citati nel capo d’imputazione elevato a carico di Alberto Sarra che in loro favore si sarebbe mobilitato.

Ed ancora: Alberto Sarra è accusato di aver sostenuto elettoralmente il candidato Alessandro Delfino (anche quest’ultimo indagato) che “egli sapeva appoggiato” dal clan Tegano, quantomeno nelle persone di Roberto Moio e Bruno Nicolazzo) e dal clan De Stefano nella persona di Francesco Chirico. Alberto Sarra avrebbe poi accettato fra le proprie fila il candidato Giuseppe Alati, “indicatogli da Lampada Giulio come utile al progetto di affermazione elettorale”. Sarra avrebbe quindi ottenuto dai clan Libri e Caridi il sostegno per il candidato Demetrio Strati, “che si è altresì giovato del sostegno di Gattuso Domenico, risultato contiguo alla cosca Condello per il tramite dei Lampada”.

La lista “Noi Sud”. Alberto Sarra è poi accusato di aver promosso la creazione della lista denominata “Noi Sud” candidandovi alle regionali del 2010, in sostegno al candidato alla presidenza della giunta, Giuseppe Scopelliti, Sebastano Giorgi e l’avvocato Antonio Managò. Quest’ultimo, ad avviso dei magistrati antimafia reggini, per merito di Sarra avrebbe beneficiato dell’appoggio elettorale di Giuseppe Barbar di Platì, come riferito da quest’ultimo il 26 marzo 2010 al boss Giuseppe Pelle di San Luca, soggetto di vertice dell’omonimo clan. In tale “strategia elettorale” (che non vede comunque indagati nè Giorgi, nè Managò), Alberto Sarra sarebbe stato sostenuto da Paolo Romeo, Antonio Marra e Antonio Idone. Scopelliti in cambio dell’appoggio elettorale, ad avviso degli inquirenti, ha poi nominato Alberto Sarra sottosegretario regionale.

‘Ndrangheta: inchiesta “Mammasantissima”, perquisizione a casa di Giuseppe Scopelliti

‘Ndrangheta e politica, le intercettazioni: “Abbiamo tre candidati, un po’ di voti per uno” (VIDEO)

‘Ndrangheta, operazione “Mamma Santissima”: le accuse rivolte a Caridi e a Sarra

Ndrangheta, Dda: “Gruppo segreto determinante in diverse tornate elettorali”

Ndrangheta, operazione “Mamma Santissima”: ecco come funzionava la “cupola segreta”

‘Ndrangheta: affiliati anche in Parlamento, Ros arrestano 5 persone a Reggio (NOMI)

Ndrangheta: Sarra e Caridi non nuovi ai magistrati della Dda e non solo