Cultura & Spettacolo

Gli anni dei sogni brevi di Pagnotta: gli aliti e il sapore di antiche stagioni

Un libro dell’anima e del cuore “Gli anni dei sogni brevi” (Thoth edizioni), l’ultimo lavoro di Franco Pagnotta, giornalista di lungo corso, scrittore e poeta

di VINCENZO VARONE

Un libro dell’anima e del cuore “Gli anni dei sogni brevi” (Thoth edizioni), l’ultimo lavoro di Franco Pagnotta, giornalista di lungo corso, scrittore e poeta dalla penna che parla, pulsa e ti fa vedere. Un percorso dirompente dove emerge, con tutta la sua potenza, che solo la scrittura può offrire, la bellezza della civiltà contadina e non solo. Un piccolo mondo antico dove a regnare erano i valori, il senso forte dell’appartenenza, lo spirito altruista della comunità, il sapore di stagioni che non torneranno mai più, ma che sopravvivono nitide nella memoria di chi le ha vissute sapendo “ascoltare” e custodie, come ha fatto Franco Pagnotta, ogni alito ed ogni emozione. E poi tanti personaggi con il senso forte dell’appartenenza nel sangue che hanno saputo camminare lungo le vie della vita, con umiltà, con dignità e coraggio, senza mai farsi travolgere dalle vanità e dagli egoismi pacchiani.

Lo scenario. Ed in questo scenario, dove sembra quasi di sentire il fiato dell’uomo che corre lungo i sentieri della vita, è il colore marrone a fare costantemente breccia, “a forza di seguire – come scrive lo stesso autore -le vesti e l’ombra di donne racchiuse in mute preghiere o con la faccia verso la terra a raccogliere magri frutti di pesanti fatiche, schiave dalla faccia bianca” . E marrone fu anche “il tramonto di quel sole , il mio sole silenzioso e stanco, che un giorno di novembre scomparve dietro le nuvole”.

pagnotta libro cop.L’andare indietro nel tempo. Un libro, “Gli anni dei sogni brevi”, che dopo avere aperto la prima pagina sei preso immediatamente dalla voglia di non abbandonarlo e di gustare ogni riga, ogni storia, perché ti coinvolge, ti immerge e ti fa sentire tutta intera la bellezza di un tempo(gli anni Cinquanta e Sessante in particolare),segnato dalla povertà, dalle rinunce e dalla piaga dolorosa e sanguinante dell’emigrazione, ma dal cuore nobile e dalla saldezza degli ideali. Un vero e proprio andare indietro nel tempo che ti prende e ti affascina con le sue scarpe chiodate, il caffè con l’anice, i fichi secchi, il braciere, i poveri che si lavavano alla fontana pubblica, la banda che faceva il solito giro e qualche anno più tardi, nel momento in cui l’autore deve svolgere il servizio militare, il magico Jukebox con le musiche romantiche dei Santo California. Un viaggio nel tempo dove tutto era ancora genuino e incontaminato, nonostante le prime avvisaglie della modernità. Anni dai sogni brevi che nelle notti in cui il vento soffia forte ritornano come folletti dell’anima.