Cronaca

‘Ndrangheta: “Costa pulita”, indagati uomini della Capitaneria di Porto di Vibo

Ecco tutte le accuse mosse nei loro confronti, e di un ex consigliere comunale di Vibo Valentia, dai pm della Dda di Catanzaro Camillo Falvo e Pierpaolo Bruni. Uno spaccato inquietante

Ci sono anche due dipendenti della Capitaneria di Porto di Vibo Marina fra gli indagati dell’operazione “Costa pulita” scattata ieri contro i clan Accorinti di Briatico, Mancuso di Limbadi e Nicotera e La Rosa di Tropea. Favori e rapporti con i clan messi neri su bianco nel decreto di fermo dai pm Camillo Falvo e Pierpaolo Bruni che hanno portato a termine un’indagine poderosa, e per certi versi storica, che va a colpire sia i presunti fiancheggiatori del clan Mancuso, sia i rapporti di compiacenza di cui avrebbe goduto negli anni il clan Accorinti di Briatico, “toccato” ora per la prima volta con un’inchiesta antimafia che mira a far luce sulle diverse attività illecite del sodalizio.

Concussione, aggravata dalle modalità mafiose, è l’accusa mossa dalla Dda ad Aldo Gallucci (cl. ’55), di Vibo Valentia, dipendente della Capitaneria di Porto vibonese. Tale reato viene ipotizzato nei confronti a Gallucci in concorso con l’ingegnere Giancarlo Giannini (cl. ’71), ex consigliere comunale di Vibo Valentia con il centrodestra (amministrazione dell’allora sindaco Nicola D’Agostino) ed alle ultime comunali (maggio 2015) promotore di una lista, in cui era candidato ma non è stato poi rieletto, schierata con il centrosinistra in appoggio all’allora candidato a sindaco di Vibo Antonio Lo Schiavo.

Secondo la Dda, Aldo Gallucci “quale dipendente della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia”, avrebbe “costretto Vangeli Giuseppe, per la progettazione di una piattaforma di ormeggio – in capo alla coop. Battellieri ed Ormeggiatori del porto di Vibo Valentia, della quale era presidente – a dare incarico all’ingegnere Giannini Giancarlo e a corrispondergli la somma di euro 500 per l’ottenimento di tale autorizzazione”. , La concessione è stata individuata dagli inquirenti nella n. 19/2009 rilasciata in data 7 luglio 2009 e scaduta in data 31 dicembre 2012. La condotta è aggravata dalle modalità mafiose (art. 7 della legge antimafia) in quanto ad avviso della Dda “Giannini Giancarlo era ritenuto dalla vittima notoriamente vicino agli ambienti della criminalità organizzata, nella fattispecie alla cosca Mancuso”. Nella ricostruzione degli eventi ad opera della Dda, si spiega quindi che Vangeli ha riferito agli investigatori di aver aderito alla richiesta di Gallucci consegnando “la somma di 500 euro a Giannini, omettendo di denunciare l’accaduto poiché Giannini, a dire del Vangeli, era strettamente legato al Colace Nazzareno, (il quale era ritenuto dal Vangeli contiguo alla criminalità organizzata) con il quale gestiva una parte del pontile di Vibo Marina”.

L’altra contestazione mossa ad un uomo della Capitaneria di Porto è quella nei confronti dell’indagato Domenico Grillo (cl. ’52), di Vibo Valentia, dipendente civile del Dipartimento Marittimo della Capitaneria di porto di Vibo Marina e più precisamente “capo sezione proprietà navale e diporto”. E’ indagato per concorso in 416 bis (associazione mafiosa). Ad avviso della Dda di Catanzaro, Domenico Grillo si sarebbe “adoperato per la positiva risoluzione di procedimenti amministrativi sanzionatori avviati dalla Guardia Costiera di Vibo nei confronti di appartenenti alla cosca Accorinti” di Briatico, comunicando “indebitamente ed in anticipo agli appartenenti alla cosca lo svolgimento di servizi di controllo operati dalla stessa Guardia Costiera”. Domenico Grillo, ad avviso degli inquirenti, avrebbe quindi fornito un “continuativo supporto tecnico-informativo nececessario per le attività condotte dalla società di navigazione riconducibile alla cosca Accorinti”, adoperandosi infine per far effettuare alla Guardia Costiera di Vibo alcuni “controlli a carico delle società di navigazione concorrenti rispetto a quella riconducibile alla cosca Accorinti” di Briatico. In cambio, secondo la ricostruzione degli investigatori, Domenico Grillo avrebbe ottenuto dal clan Accorinti la realizzazione “a titolo gratuito, di lavori edili”, oltre ad informazioni “afferenti la trattazione di pratiche amministrative” in seno all’amministrazione comunale di Briatico che sarebbe stata controllata dal clan Accorinti. Significativo dei rapporti che sarebbero intercorsi fra Grillo e gli Accorinti, il fatto che il dipendente della Capitaneria, “seppur non organico alla cosca”, si rivolga “ad Accorinti Antonino – sottolienano gli inquirenti – chiamandolo con il soprannome “Nino” come risulta da numerose intercettazioni telefoniche”. (g.b.)

[banner]

‘Ndrangheta: operazione “Costa pulita”, ecco l’elenco di tutti i beni sequestrati

‘Ndrangheta: operazione “Costa pulita”, 23 arresti, terremoto a Vibo (NOMI)

‘Ndrangheta: operazione “Costa pulita”, ecco l’elenco completo ed i nomi di 53 indagati

‘Ndrangheta: “Costa pulita”, dal decreto di fermo spuntano altri 32 indagati (NOMI)

Operazione “Costa pulita”: il boss Mancuso pianificava tutto da un bar di Nicotera (VIDEO)

‘Ndrangheta: operazione “Costa pulita”, ecco tutte le accuse ai politici di Briatico (LEGGI QUI)

Operazione “Costa pulita”: la scalata di Nino Accorinti, da pescatore ad armatore (LEGGI QUI)

Più informazioni