Cronaca

‘Ndrangheta: “Bagliore”, 6 ergastoli confermati ed 8 annullati con rinvio (I vibonesi coinvolti)

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Al centro dello storico processo celebrato a Milano, gli omicidi del boss Carmelo Novella, la scomparsa di Rocco Stagno ed il delitto di Antonio Tedesco. Imputati vibonesi, catanzaresi, cosentini e siciliani

di GIUSEPPE BAGLIVO

Annullate dalla Corte di Cassazione 8 condanne all’ergastolo che erano state inflitte dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano il 23 giugno 2014 nell’ambito del processo nato dalla storica operazione antimafia denominata “Bagliore” condotta dalla Dda di Milano guidata dal procuratore Ilda Boccassini. Confermati, invece, altre condanne al carcere a vita, più una condanna a 24 anni, ed una a 30 anni di reclusione.

Omicidio Novella

Omicidio Novella. Carmelo Novella, detto “Nuzzo”, boss di Guardavalle Superiore (in foto a sinistra con il luogo dell’omicidio), centro della jonica catanzarese, è stato freddato  il 14 luglio 2008 in un bar di San Vittore Olona, in provincia di Milano. Secondo le risultanze investigative, Carmelo Novella – un tempo facente parte della stessa cosca dei Gallace di Guarvalle Marina – dopo aver scontato una pena si era trasferito in Lombardia divenendo il capo assoluto dell’intera ‘ndrangheta lombarda, con il proposito di voler staccare l’intera struttura di ‘ndrangheta della Lombardia dalla “casa madre” calabrese. Un proposito che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato “stoppato” dal boss Vincenzo Gallace alla guida dell’omonimo clan di Guardavalle, ed Andrea Ruga, ritenuto il boss di Monasterace e deceduto il 22 gennaio scorso.

Vincenzo Gallace

Vincenzo Gallace

Per tale omicidio la Cassazione ha confermato l’ergastolo per: Gallace Vincenzo, 69 anni, di Guardavalle in qualità di mandante (difeso in Cassazione dagli avvocati Salvatore Staiano e Francesco Lojacono); Luigi Tarantino, 36 anni di Cariati, in provincia di Cosenza (avv. Lojacono); Antonio Carnovale, 57 anni, di Santa Caterina dello Jonio, in provincia di Catanzaro (avv. Zampogna). Pena a 24 anni di reclusione è stata infine confermata per Amedeo Tedesco, 35 anni, di Guardavalle (avvocato Lojacono).

cassazione

Annullamento con rinvio la Cassazione ha disposto per Christian Silvagna, 44 anni, di Bollate, in provincia di Milano (avvocati Figini e Biffa) che in appello era stato condannato alla massima pena.

Al collaboratore di giustizia, Michael Panajia, ritenuto responsabile sia dell’omicidio Novella che di quello ai danni di Antonio Tedesco sono stati inflitti 16 anni di reclusione.

Claudio Formica

Claudio Formica

Omicidio Rocco Stagno. La Cassazione per tale fatto di sangue ha annullato con rinvio per un nuovo processo di secondo grado dinanzi ad una diversa sezione della Corte d’Appello di Milano: Rocco Cristello, 54 anni, di San Giovanni di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, ma da anni residente in Lombardia (avvocati Gaito e Ricci); Francesco Cristello, 46 anni, fratello del primo ed anche lui originario di San Giovanni di Mileto (avvocati Aricò, Porcelli e Gianluca Crusco); Francesco Elia, 43 anni, di San Giovanni di Mileto (avvocati Giovanni Aricò e Antonio Porcelli), Claudio Formica , 51 anni, di San Giovanni di Mileto, residente a Mariano Comense (avvocato Del Sorbo); Leonardo Prestia, 43 anni, di Cessaniti (avvocato Biffa);

Rocco Cristello

Rocco Cristello

Massimiliano Zanchin, 42 anni, originario di Cessaniti, nel Vibonese, ma residente a Verano Brianza, in provincia di Monza (avvocati Federico e Vianello). Annullamento con rinvio anche per Domenico Tedesco, 34 anni, di Guardavalle (avvocati Staiano e Lojacono) che in Corte d’Assise d’Appello a Milano era stato condannato alla pena di 30 anni di reclusione (ergastolo in primo grado).

Rocco Stagno, originario di Monterosso Calabro, bel Vibonese, è stato ucciso all’età di 51 anni il 29 marzo 2009 ed il suo cadavere occultato. Rocco Stagno era zio di Antonio Stagno, quest’ultimo a sua volta cognato del 47enne Rocco Cristello ucciso a Verano Brianza con 19 colpi di pistola. (in foto sotto).

Rocco Cristello

Rocco Cristello

I due delitti, ad avviso della Dda di Milano, sarebbero fra loro legati. Il defunto Rocco Cristello era infatti originario di San Giovanni di Mileto ed era il genero di Domenico Galati, quest’ultimo ucciso l’8 agosto 1989 nella faida con le “famiglie” rivali dei Prostamo-Pititto, anche loro di San Giovanni di Mileto. Al tempo stesso, oltre che essere il “braccio-destro” di Carmine Galati – presunto boss di Comparni di Mileto deceduto a metà anni ’90 in un incidente col trattore – Rocco Cristello era diventato cognato di Antonio Stagno, avendo i due sposato le figlie di Domenico Galati. Trasferitisi in Lombardia, sia Cristello che Stagno – quest’ultimo a sua volta nipote dei Giampà di Lamezia – avrebbero giocato – ad avviso degli inquirenti – un ruolo fondamentale nelle dinamiche mafiose dei “locali” di ‘ndrangheta di Seregno e Giussano. Tuttavia, Rocco Cristello, divenuto “capo-contabile” del “locale” di Seregno, avrebbe avuto “doti mafiose” più elevate di Stagno, il quale per ragioni di supremazia mafiosa avrebbe pianificato l’eliminazione del cognato.

tribunale Milano

Tribunale Milano

Per vendicare Rocco Cristello i cugini omonimi (Rocco e Francesco) e gli altri vibonesi avrebbero quindi programmato e portato a termine l’omicidio di Rocco Stagno, originario di Monterosso e, soprattutto, zio di Antonio Stagno, il cognato di Cristello. A permettere agli inquirenti di ricostruire sin nei dettagli tale fatto di sangue sono state le dichiarazioni dell’ex “padrino” di Giussano, Antonino Belnome il quale, dopo essere finito in manette nel luglio del 2010 nell’ambito dell’operazione “Crimine- Infinito”, ha iniziato a collaborare con la giustizia raccontando 20 anni di ‘ndrangheta sull’asse Lombardia- Calabria. L’omicidio di Rocco Stagno, secondo il pentito Belnome, sarebbe avvenuto il 29 marzo 2009 nel macello abusivo di Bernate gestito dal vibonese Leonardo Prestia, il quale dopo il delitto avrebbe ricevuto la dote mafiosa della “Santa”.

Francesco Elia

Francesco Elia

Il cadavere di Stagno sarebbe stato quindi posto su un escavatore e seppellito in un bosco dai vibonesi: Claudio Formica, indicato come «capo società del locale di Seregno con la dote di “trequartino”»; Massimo Zanchin, imparentato con i Candela di Favelloni e cugino di Prestia; Francesco Elia, presunto “santista”, legato ai Cristello; i fratelli Francesco e Rocco Cristello, quest’ultimo indicato come l’autore materiale dell’omicidio di Rocco Stagno. La Cassazione su tale fatto di sangue ha però ordinato un nuovo processo di secondo grado.

boccassini

Ilda boccassini

Omicidio Tedesco. Antonio Tedesco, detto “l’Americano”, originario di Guardavalle, è stato ucciso il 27 aprile 2009 in un maneggio di Bregnano, in provincia di Como, col cadavere recuperato grazie alle indicazioni di Belnome. Per tale delitto la Cassazione ha confermato l’ergastolo per: Agostino Caristo, 47 anni, di Guardavalle (avvocati Staiano e Gaito); Salvatore Di Noto, 60 anni, di Palermo (avvocati Zampogna e Colucci); Antonio Carnovale, 57 anni, di Santa Caterina sullo Jonio (Cz), difeso dall’avvocato Zampogna. Condanna a 30 anni di reclusione per Maurizio Napoli, 42 anni, di Leonforte, provincia di Enna, (avvocato Gullotta). Annullamento con rinvio, invece, per Sergio Sestito (avvocati Giovanni Aricò e Giuseppe Commodaro) che in Assise d’Appello era stato condannato all’ergastolo.

Vincenzo Gallace, inizialmente accusato di essere il mandante anche di questo omicidio, era stato assolto già in primo grado.

Oltre che dei reati di omicidio, nell’operazione “Bagliore” era contestato anche il reato di associazione mafiosa. Il pentito Antonino Belnome era già stato giudicato per gli omicidi Novella e Stagno con separato giudizio definito con rito abbreviato.