Cronaca

Processo su auto narcos Barbieri: imputati l’un contro l’altro, “scontro” in aula

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Concetta Santacroce contro Marika Aiello e le risultanze investigative. Bruno Cortese contro la Aiello. Deposizioni contrastanti in aula nel processo Golden Jail sull’intestazione fittizia dei beni del broker della cocaina ucciso a San Calogero

di GIUSEPPE BAGLIVO

Imputati contro imputati nel processo “Golden Jail”in corso a Vibo dinanzi al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Monica Lucia Monaco (a latere i giudici Vincenza Papagno e Giovanna Taricco). Due quelli ascoltati oggi nell’aula bunker del nuovo palazzo di giustizia. Prima ancora è stato sentito come teste Antonio Franzè, 36 anni, in carcere poichè condannato in Appello a Reggio Calabria nel processo “Meta 2010” a 15 anni ed 8 mesi per un narcotraffico internazionale di cocaina che ha poi portato al sequestro di 2.200 chili di polvere bianca (uno dei più ingenti mai effettuato in Europa negli ultimi 20 anni).

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Sotto processo si trovano: Marika Aiello, 31 anni, (avvocato Giovanni Vecchio); Concetta Santacroce, 27 anni (avvocato Francesco Muzzopappa); Giuseppe Fortuna, 31 anni (avvocato Muzzopappa); Bruno Cortese, 38 anni (avvocati Giuseppe Di Renzo e Patrizio Cuppari); Vincenzo D’Amato, 40 anni (avvocato Vincenzo Pugliese). Gli imputati, tutti di Vibo Valentia, sono accusati (i primi quattro) di aver fatto da prestanomi al narcotrafficante Vincenzo Barbieri (ucciso nel marzo 2011 a San Calogero) nell’intestazione fittizia di una Merdes ML, il quinto di un Porsche Cayenne.

La testimonianza di Antonio Franzè, alias “Platinì”. Collegato in videoconferenza dal carcere di Frosinone, Antonio Franzè ha negato di aver mai fatto “confidenze” in carcere a Raffaele Moscato – attuale collaboratore di giustizia – nel corso di un periodo di comune detenzione nella stessa cella. “Conosco Marika Aiello solo di nome – ha affermato Franzè – perchè a Vibo ci conosciamo più o meno tutti, ma non ho mai parlato di lei o di Barbieri a Moscato. Non conosco Concetta Santacroce, forse di nome conosco solo Giuseppe Fortuna e Vincenzo D’Amato, ma solo di nome”. Il teste ha spiegato quindi di non conoscere neppure Vincenzo Barbieri e dopo un ammonimento del presidente Lucia Monaco a dire la verità, il pm Saverio Vertuccio si è riservato la trasmissione del verbale di udienza in Procura per valutare se procedere contro Franzè per falsa testimonianza.

La testimonianza dell’imputata Concetta Santacroce. Più lungo ed articolato l’esame dell’imputata Concetta Santacroce. “Con il mio fidanzato dell’epoca Giuseppe Fortuna – ha dichiarato rispondendo alle domande del pm – ci eravamo trasferiti nel 2009-2010 a Bologna per lavorare. Avevo trovato lavoro a Bologna come commessa in un negozio di calzature. Abbiamo diviso la casa a Bologna insieme a Claudia Bentivoglio e Giuseppe Brancati, anche loro di Vibo Valentia. E’ a Bologna che ho conosciuto sia Marika Aiello che il suo compagno dell’epoca Vincenzo Barbieri. Uscivamo insieme a Bologna per andare in giro o per delle passeggiate, avevo anche il numero del telefonino di Barbieri che qualche volta ho chiamato per rintracciare Marika Aiello.” Su domanda del pm che ha chiesto chiarimenti su tale ultima circostanza, l’imputata Santacroce ha spiegato: “Avevo il numero di telefono di Barbieri perchè ci siamo scambiati i nostri numeri come fanno due persone che si conoscono”.

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Concetta Santacroce contro Marika Aiello. E’ a questo punto della deposizione che le versioni fra le due imputate del processo divergono. Mentre infatti Marika Aiello aveva sostenuto in aula durante la precedente udienza di aver usato “solo qualche volta” la Mercedes ML da 70 mila euro regalatale dal suo compagno dell’epoca, Vincenzo Barbieri, e di essersi mossa a Bologna per lo più in taxi, Concetta Santacroce ha invece riferito di aver visto prima la Mercedes a Bologna con alla guida proprio Marika Aiello, poi di essere lei stessa (Santacroce) salita a bordo dell’auto per essere accompagnata a casa in qualche occasione dalla medesima Aiello. “Ho guidato pure io a Bologna la Mercedes ML – ha ammesso la Santacroce – ma accanto a me c’era sempre Marika Aiello con la quale uscivamo insieme”.

Il passaggio di intestazione dell’auto da Aiello a Santacroce. ” E’ stata Marika Aiello – ha continuato in aula l’imputata Santacroce – che mi ha chiesto di aiutarla ad occultare la sua relazione con Vincenzo Barbieri e per questo io ingenuamente l’ho aiutata accettando il passaggio di intestazione della Mercedes”. E’ stato quindi il pm, Saverio Vertuccio, a questo punto a chiedere all’imputata: “Ma per occultare una relazione sentimentale altrui, le sembra un buon motivo intestarsi lei un’auto?”. A tali domande, Concetta Santacroce – così come in precedenza Marika Aiello – ha tentato di “giustificarsi” richiamamdo la sua età dell’epoca (22 anni) e spiegando poi che a seguito dell’arrivo di numerose multe della Mercedes a lei intestata (per eccesso di velocità o transito in zone di Bologna vietate) si sarebbe decisa a cercare la Aiello per il pagamento delle contravvenzioni e quindi per “tagliare i ponti con Marika”.

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I soldi in aereoporto e le divergenze con la testimonianza del commissario Pascatore della Squadra Mobile di Bologna. Concetta Santacroce – nella cui abitazione di Vibo la Squadra Mobile di Bologna all’atto della perquisizione domiciliare ha trovato un bossolo esploso e raccolto sul luogo dell’omicidio di Vincenzo Barbieri a San Calogero – ha quindi fornito al Tribunale la propria versione sul ritrovamento all’aereoporto di Bologna, da parte della polizia, di un borsone con 15 mila euro in contanti. “Non erano miei quei soldi, ma del mio fidanzato Giuseppe Fortuna ed erano il ricavato della vendita di una sua auto”. Sul punto, però, il sostituto commissario Pescatore, che ha condotto sul campo buona parte dell’inchiesta, aveva raccontato nelle precedenti udienze del processo che nell’occasione Concetta Santacroce si era giustificata con la polizia dicendo che il denaro proveniva dai propri risparmi personali. La Squadra Mobile bolognese nelle proprie informative ha invece ritenuto il denaro come trasportato dal Vibonese per essere consegnato a Vincenzo Barbieri per le proprie esigenze quotidiane. “Non so a chi ho venduto la Mercedes – ha continuato poi la Santacroce -, ho firmato senza sapere niente. Ho sentito che l’auto era stata ceduta ad un ragazzo di Vibo che però non conosco”.

Vincenzo Barbieri

Vincenzo Barbieri

Santacroce e Ventrici (cl.’86). Ha prima negato di conoscerlo, ma poi dinanzi alle domande del pm, l’imputata ha ricordato che abitava nello stesso palazzo a Bologna. Si tratta di Francesco Ventrici (cl. ’86) di San Calogero, omonimo del più noto narcotrafficante di cocaina Franco Ventrici, di 43 anni, già strettissimo sodale del suo compaesano Barbieri con il quale è stato condannato nel processo “Decollo”. Per gli inquirenti, Francesco Ventrici (cl. ’86) sarebbe stato vicino a Bologna a Vincenzo Barbieri e compagni. “Questo ragazzo, Francesco Ventrici dell’ 86 – ha affermato in aula la Santacroce –  non mi ha mai parlato di Vincenzo Barbieri, lo escludo”. E’ toccato quindi al pm ricordare in aula a Concetta Santacroce come alcune intercettazioni dimostrano invece il contrario e cioè che Ventrici (cl.’86) le spiegò bene sia chi era e sia cosa rappresentava Barbieri. L’imputata sul punto è però rimasta ferma nella propria versione.

Fra questi dialoghi intercettati fra la Santacroce e Ventrici (cl. ’86), finiti agli atti dell’inchiesta  “Golden Jail”, uno – del 16 luglio 2010 e captato in un appartamento di Bologna – svela fra l’altro i possibili mandanti e gli autori materiali di ben quattro omicidi (tre dei quali irrisolti, compreso quello di un consigliere provinciale ucciso a San Calogero) commessi nel Vibonese. Fatti di sangue di cui Ventrici (cl. ’86) racconta particolari del tutto inediti proprio alla Santacroce, oltre a parlarle pure della figura e del ruolo di Vincenzo Barbieri. Intercettazioni e dialoghi della Squadra Mobile di Bologna che aspettano ancora, a distanza di anni, di essere sviluppati dalla Dda di Catanzaro per far luce su tali omicidi rimasti del tutto impuniti.

egge uguale per tutti

La testimonianza di Cortese. E’ toccato infine all’imputato Bruno Cortese, a cui è poi passata la Mercedes dopo l’intestazione alla Santacroce, smentire Marika Aiello che aveva dichiarato in precedenza in aula di non aver mai usato a Vibo l’auto regalatale da Barbieri. “Ho visto che l’auto era intestata a Concetta Santacroce, che conosco solo di vista, ma a Vibo – ha dichiarato l’imputato Bruno Cortese – la Mercedes la guidava sempre Marika Aiello che conoscevo sin dalle scuole superiori perchè abbiamo amici in comune e frequentavamo gli stessi luoghi. Ho fatto un favore alla Aiello, a cui passo una decina di anni, accettando l’intestazione dell’auto. Non sapevo a cosa stavo andando incontro, ma già dopo dieci giorni ho iniziato a pressare la stessa Marika Aiello affinchè mi aiutasse a liberarmi di tale Mercedes, come ho poi fatto alcuni mesi dopo cedendola a Daniele Pirozzi di Vibo, anche perchè mi arrivavano multe per contravvenzioni pur non avendo io mai usato l’auto. Anzi – ha rimarcato Cortese – ricordo di aver chiesto una volta a Marika Aiello l’uso della Mercedes a me intestata, ma lei non mi ha mai permesso di usare tale auto. In precedenza avevo invece aiutato la Aiello per un trasloco di mobili a Cosenza”. E’ a questo punto che il presidente Lucia Monaco ha fatto notare all’imputato l’illogicità del suo racconto in relazione al fatto che non vi era alcun motivo di “coprire la Aiello” sull’intestazione della Mercedes, atteso che all’epoca l’auto era invece già intestata alla Santacroce ed inoltre la stessa Aiello – secondo il racconto di Cortese – avrebbe liberamente girato per Vibo con l’auto di lusso regalatale da Barbieri. L’imputato Bruno Cortese ha quindi concluso il proprio esame in aula spiegando di aver lavorato nel negozio di divani di Giorgio Galiano (genero di Barbieri) e di conoscere i suoi precedenti penali, così come ha raccontato di aver conosciuto pure Maria Pia Barbieri (figlia di Vincenzo) ma, pur essendo “sempre vissuto a Vibo”, di non aver mai saputo invece nulla dei precedenti penali (condanne per narcotraffico internazionale di cocaina) di Vincenzo Barbieri. Prossima udienza il 3 febbraio.

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