Cronaca

Agguato mortale a Piscopio, così è stato ucciso Massimo Ripepi. Caccia al killer e al movente

Il 42enne freddato a colpi di pistola esplosi prima in un circolo ricreativo e poi per strada. I carabinieri hanno sentito alcuni testimoni e i parenti della vittima

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Un uomo, pistola il pugno, entra in un circolo ricreativo e inizia a sparare. La vittima designata sfugge ai primi colpi e tenta la fuga ma appena in strada viene colpita mortalmente alla schiena. E' più o meno quello che è accaduto intorno alle 13 di ieri a Piscopio. A cadere sotto i colpi di pistola è stato Massimo Ripepi, 42 anni, già noto alle forze dell'ordine per piccoli precedenti. Era lui il bersaglio del killer entrato nel circolo San Michele di via Roma che, incurante dei presenti, si è messo a sparare con la chiara intenzione di portare a compimento la sua missione di morte. Lo ha fatto freddando il 42enne per strada, proprio davanti all'ex circoscrizione comunale, in pieno centro cittadino, davanti agli occhi di diversi testimoni. Sono state le persone presenti sul luogo dell'omicidio ad allertare, terrorizzate, i soccorsi e a lanciare l'allarme.




Le indagini. Così sul posto sono giunti i carabinieri della Compagnia di Vibo guidati dal capitano Gianfranco Pino che, unitamente ai militari del Norm diretti dal tenente Luca Domizi, stanno portando avanti le indagini. Nella giornata di ieri hanno sentito i testimoni e anche i familiari della vittima nel tentativo di ricostruire la dinamica dell'omicidio e di capire il movente. Visionate anche le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Pare che il killer sia fuggito a bordo di un'auto verso la la provinciale che conduce allo svincolo autostradale. Non è escluso che il sicario possa aver agito con l'ausilio di qualche complice. Intanto si scava della sfera privata dalla vittima. Ripepi era separato dalla moglie e, a giugno dello scorso anno, era rimasto ferito in un agguato avvenuto nel quartiere Affaccio di Vibo di cui successivamente si era attribuito la responsabilità il figlio sedicenne che aveva anche aggiunto di avere sparato non per uccidere ma solo per dare al genitore un avvertimento. Il ragazzo, che aveva confessato precisando di avere reagito così ai maltrattamenti del padre nei confronti della madre, attualmente si trova ristretto in un carcere minorile.

Caccia al movente. Massimo Ripepi in passato aveva lavorato assieme ad un parente nel settore della distribuzione dei videopoker ma attualmente era disoccupato. L'uomo non avrebbe legami con la criminalità organizzata e, nel suo passato, ci sarebbe solo qualche precedente di polizia senza particolare rilevanza. Gli inquirenti non escludono alcuna pista ma una in particolare sembra essere al momento quella privilegiata: la mania per il gioco d'azzardo della vittima e il fatto che l'omicidio sia avvenuto proprio nelle vicinanze di un circolo ricreativo. Semplici coincidenze. Forse.

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