Lamezia, il prefetto “tira le orecchie” alla Commissione straordinaria del Comune

In una missiva è stato fatto presente che sarebbe stato dato troppo potere ai dirigenti

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Un comune sciolto per ben tre volte per infiltrazioni mafiose e una  commissione straordinaria che lo amministra da quasi un anno, questa è l’istantanea descrittiva della situazione lametina. Oggi la commissione straordinaria ha ricevuto un “richiamo” dal prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, che farebbe riferimento  ad una serie di criticità nate tra le mura di Palazzo Perugini. Una lettera, quella del prefetto, suddivisa in sedici punti, nella quale sarebbero richiesti dei chiarimenti tramite una missiva alla terna commissariale.Tre pagine in cui vengono sviscerati svariati punti, a cominciare da alcune incoerenze che parrebbero emergere dall’assegnazione  delle  funzioni ai dirigenti in relazione alle competenze personali.




I dirigenti in servizio previsti, infatti,  sarebbero dovuti essere sette, tre dirigenti sono stati citati nella relazione della commissione d’accesso e sia Nadia Aiello che Alessandra Belvedere risulterebbero attualmente in aspettativa. Entrambe le dirigenti, laureate  rispettivamente in economia aziendale e giurisprudenza, sarebbero state a capo di  svariati settori: lavori pubblici e nuove opere, urbanistica, ambiente, protezione civile, verde pubblico, risorse umane, programmazione strategica, promozione del territorio (, entrate comunali, servizi demografici. Uno dei punti maggiormente analizzato dal prefetto di Catanzaro, sarebbe stato proprio un eccessivo carico di competenze sulle due dirigenti.

Altro elemento che parrebbe emergere  è quello dei considerevoli ritardi emersi nell’adempimento finanziario come : il bilancio di previsione che è stato approvato il 18 aprile ma la scadenza era fissata al 30 marzo; il piano esecutivo di gestione e performance, la cui scadenza era prevista  nel ventesimo giorno dopo l’approvazione di bilanci non sono stati applicati; oppure il rendiconto per l’anno 2017 che è stato approvato tre mesi dopo il termine previsto; a non essere approvati neanche il fabbisogno del personale 2018/2020, né il documento unico di programmazione 2019/2021. Ultimi punti analizzati sarebbero i gravi  problemi al settore ambiente e protezione civile per carenza  di personale specializzato e strutture adeguate, carenza di personale tecnico tra ingegneri e contabili, eccessiva parcellizzazione dei settori della macchina organizzativa e conseguenti rallentamenti e disorganizzazione. (f.t)

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