Economia & società

Batosta sui postini calabresi: nel nuovo contratto condizioni peggiorative

La denuncia della Slc Cgil: "È vergognoso che Poste italiane, la più grande azienda del paese, permetta che i propri appalti vengano gestiti al di fuori della legge"

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Nel luglio scorso è partito il rinnovo degli appalti di distribuzione postale in Calabria che ha riguardato una parte di lavorazione importante nel percorso della consegna agli utenti, cioè lo spostamento dai centri medi a quelli piccoli di distribuzione, che Poste Italiane ha smesso da anni di gestire attraverso il proprio personale per affidarlo in appalto.

Il rinnovo del contratto. “Cosa è accaduto? Le aziende vincitrici dell’appalto – è scritto in una nota della Slc Cgil Calabria – laddove ci sia stato un avvicendamento, sono subentrate in continuità assorbendone i lavoratori. Il Ccnl prevede però la clausola sociale piena: a parità di appalto devono rimanere immutate le condizioni lavorative. Nonostante il contratto di lavoro sia chiaro, c’è stato uno stravolgimento della norma. I lavoratori che avevano un contratto a tempo indeterminato con la società cedente, sono stati costretti ad accettare condizioni peggiorative. In alcuni casi addirittura è stata predisposta la trasformazione a tempo determinato in somministrazione e con contestuale riduzione dell’orario”.

L’anomalia. La Slc Cgil, prosegue la nota, “ha provveduto a segnalare alle aziende in questione la “anomalia”, invitando a ripristinare le condizioni contrattualmente previste. Non avendo trovato risposta il sindacato ha già denunciato agli enti preposti, segnalando contestualmente alla committente e quindi a Poste Italiane, l’accaduto. Si attende ora che l’ispettorato del lavoro effettui le verifiche del caso, cosi come fatto su altre denunce con l’auspicio che Poste Italiane intervenga celermente a ripristinare condizioni dignitose e dovute per questi lavoratori degli appalti”.

La denuncia. “È vergognoso – afferma Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria – che Poste italiane, la più grande azienda del paese, permetta che i propri appalti vengano gestiti al di fuori della legge. Un’azienda dai ricavi miliardari non può perpetrare una politica di appalti al ribasso, aumentando i propri utili sulla pelle di centinaia di lavoratori precari e con condizioni oltre i limiti della legalità, non solo in ambito contrattuale ma anche in materie delicate come la sicurezza e la salute. Continueremo senza esitazione la nostra battaglia in tutti i comparti della comunicazione. Una giungla, quella degli appalti, in cui urgono regolamentazioni più stringenti e controlli più efficaci. Siamo pronti a richiamare Poste Italiane a responsabilità in solido su questa annosa vicenda, nell’interesse di lavoratori che da tempo contribuiscono alla gestione di una attività considerata nell’alveo del servizio pubblico, per cui Poste italiane ha ricevuto, negli anni, diversi miliardi di euro”.