A Rende domani l’inaugurazione dell’impianto di biometano ma i residenti si ribellano

I dubbi dei cittadini: “Siamo abituati all’odore di spazzatura, ma questo è diverso, nauseabondo, brucia quando arriva nelle narici. Vorremmo capire cosa succede"

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Parte a Rende il primo impianto di biometano del Centro-Sud Italia connesso alla rete nazionale del gas naturale di Snam per gli usi industriali, residenziali e per l’autotrazione. Domani, presso la “Calabra Maceri”, azienda specializzata nel recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, verrà inaugurato il primo impianto del Centro-Sud in grado di trasformare 40.000 tonnellate annue di raccolta differenziata in 4,5 milioni di metri cubi di biometano annui, oltre a produrre 10.000 tonnellate di ammendante compostato, un fertilizzante ideale per l’agricoltura biologica.

Il funzionamento dello stabilimento. “Lo stabilimento – si legge in una nota dell’azienda – è dotato di un biodigestore in grado di trasformare il biogas prodotto dalla digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani in biometano, un gas completamente rinnovabile e chimicamente indistinguibile dal metano tradizionale, in grado di sfruttare le infrastrutture esistenti. Il biometano prodotto a Rende circola già oggi nella rete italiana del gas e può alimentare i mezzi di trasporto, con notevoli benefici in termini di decarbonizzazione e miglioramento della qualità dell’aria. Quello di “Calabra Maceri”, che aveva già anticipato quanto oggi previsto dalla normativa con la progettazione e la realizzazione della struttura,  è il primo impianto che viene inaugurato in Italia dopo il decreto legge varato lo scorso 2 marzo dal Ministero dello Sviluppo Economico, con cui si stabilisce un sistema di incentivi per la produzione in Italia di biometano e la sua promozione nel settore dei trasporti”.

La protesta dei cittadini. Dal 28 agosto quando l’impianto è stato messo in funzione i residenti lamentano l’aggravarsi delle esalazioni maleodoranti nel quartiere. Gli abitanti non sono stati informati dell’apertura della bioraffineria, però si sono accorti che è cambiata la lavorazione dei rifiuti dai miasmi che hanno invaso l’area industriale.

“Siamo abituati all’odore di spazzatura, ma questo è diverso, nauseabondo, brucia quando arriva nelle narici. Vorremmo capire cosa succede – spiega una signora che abita a pochi passi dai cancelli di “Calabra Maceri” – quando l’aria diventa così irrespirabile. Da dove viene e cosa si può fare per eliminare questo fetore. Sono settimane che dobbiamo tenere tappate le finestre per non fare entrare il lezzo in casa. Dovrebbero avere più rispetto per i cittadini, chi ci garantisce che questa puzza di carne putrefatta non sia nociva per la salute? Stiamo pensando di chiedere al Comune di Rende un contributo per comprare casa in un altro posto perché contrada Lecco ormai è invivibile”.

 

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