Una stagione balneare scarsa dal punto di vista delle qualità delle acque

La denuncia dell'europarlamentare del Movimento Cinque Stelle Laura Ferrara che chiama in causa i dati dell'Arpacal e attacca Oliverio

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“Una stagione balneare scarsa dal punto di vista della qualità delle acque”. Così intende archiviare l’estate 2018 in Calabria l’europarlamentare Laura Ferrara.

I dati dell’Arpacal. “Abbiamo tenuto sott’occhio i dati Arpacal sulla conformità alle disposizioni della direttiva Ue (2006/7) sulle acque di balneazione. Quanto rilevato dimostra uno stato di salute dei nostri mari allarmante. Decine e decine i punti non conformi, sia sul versante tirrenico che ionico della Calabria. Molte criticità “tornano ciclicamente”. Si tratta – a rilevarlo e la stessa europarlamentare – di non conformità temporanee ma che si riscontrano sempre negli stessi punti già da qualche anno. Un trend che avrebbe dovuto accendere un campanello d’allarme negli amministratori locali che oltre all’interdizione della balneazione avrebbero dovuto approfondire le ragioni di questa strana casualità per cui nello stesso punto, ad un primo monitoraggio i parametri di echerichiacoli ed enterococchi superano i limiti imposti dalla normativa per poi rientrarvi nelle analisi suppletive. A questi vanno ad aggiungersi i punti “storici”, ossia dove i divieti di balneazione vigono già da qualche anno rischiando di diventare permanenti, come gli undici punti nel comune di Reggio Calabria non conformi già da quattro anni. Stessa situazione riscontrata per alcuni punti nei Comuni di Praia a Mare, Paola, Fuscaldo, San Ferdinando e Gioia Tauro”.

Le criticità. L’esponente pentastellata aggiunge: “Tra le non conformità rilevate questa estate e non ancora da sanare – continua la Ferrara – spicca poi quella del punto denominato “Pontile” a Brancaleone. L’esito delle analisi suppletive ha rilevato valori allarmanti. Una criticità largamente annunciata visto il sequestro preventivo del depuratore e la mia interrogazione sullo stato di abbandono in cui versava l’impianto che ha beneficiato, a partire dagli anni 2000, di diversi finanziamenti europei nonché di un finanziamento di circa 700.000 euro a valere sul Por Calabria 2007/2013. Qualche interrogativo sorge poi analizzando la situazione della città unica Corigliano-Rossano in cui, con ordinanza comunale, si vietava la balneazione in numerosi punti, ancora prima di conoscere gli esiti delle analisi di Arpacal: una resa difronte una situazione critica evidentemente già conosciuta dalle autorità”.

Le conclusioni. Quindi, le conclusioni: “Questi sono i risultati della (mala)depurazione calabrese – conclude la Ferrara -. Questione nota anche a Bruxelles grazie alla petizione presentata dal Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo che si dice “pienamente consapevole del fatto che la situazione nella Regione Calabria è parte di un problema di incapacità diffusa e persistente nel garantire la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane”. Il tanto atteso cronoprogramma degli interventi da parte dell’amministrazione regionale è arrivato dopo 4 anni di totale inattività e per i primi pochirisultati dovremo aspettare la fine del 2020, altrimenti se ne riparla nel 2023, quando la fallimentare esperienza targata Oliverio sarà solo un brutto ricordo per i cittadini calabresi”.

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