Cronaca

Aggredito dai parenti di Andrea Mantella a Vibo, Klaus Davi non si potrà costituire parte civile

I legali del massmediologo non si sono presentati in Tribunale nei tempi utili, ovvero, prima dell'apertura del dibattimento

Non potrà costituirsi parte civile Klaus Davi nel processo, iniziato ieri davanti al Tribunale di Vibo, che lo vede parte offesa insieme al suo coautore Alberto Micelotta, per l'aggressione subita il 2 luglio 2012 nel tentativo di intervistare la mamma del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, a poche settimane dal suo pentimento. Una serie di circostanze hanno determinato la situazione. In primis, la necessità di riprendere l'aereo per ritornare a Milano e la mancata disponibilità del suo legale di partecipare all'udienza. L'avv. Claudia Conidi ha delegato la collega Rita Cellini giunta anch'essa, però, da Catanzaro, in ritardo. E poichè la costituzione di parte civile deve precedere l'avvio del dibattimento, a Davi non è stato possibile costituirsi parte civile. Il processo, comunque, ha regolarmente preso il via. L'udienza ha visto ieri la deposizione dei primi teste.



Il magistrato della Procura di Vibo Antonella Nusdeo ha esaminato subito Klaus Davi che ha ricapitolato le fasi principali di quella giornata convulsa, confermando le accuse nei confronti dei due imputati Antonio Franzè ed Alessandro Pugliese, rispettivamente 62 e 43 anni, già noti alle forze dell'ordine, cognati di Andrea Mantella e accusati dei reati di violenza, minacce, lesioni e danneggiamento dell'attrezzatura (la telecamera). A difenderli c'era, in sostituzione dell'avvocato Enzo Gennaro (impegnato in un altro processo a Catanzaro), Elisabetta Polito che ha proceduto il controesame di Davi e Micelotta. Nel corso dell'udienza è stata sentita una terza persona, ovvero un commerciante proprietario di un negozio che fa angolo con piazza delle Erbe teatro dell'aggressione ripresa da una telecamere nascosta il cui filmato sarà depositato nelle prossime udienze dal pm. Il processo è stato nel frattempo aggiornato al 22 novembre quando dovrebbero essere sentiti i poliziotti della Squadra Mobile intervenuti sul posto e, tra gli altri, anche il medico del Pronto soccorso che si occupò di Klaus Davi dichiarandolo guaribile in sette giorni.

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