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La Vibonese presenta Edgar Cani, l’albanese d’acciaio con un passato da baby-profugo (VIDEO)

Sbarcato in Italia quando aveva un anno e 17 giorni, la sua carriera calcistica è partita dalla Primavera del Pescara. Era in stanza con il fratello di Danilo Beccaria. Ha giocato a Palermo, Catania e nel Pisa di Gattuso. Oggi si veste di rossoblù. Ha firmato un biennale

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Si scrive Cani e si pronuncia Ciani. E' albanese, arriva dal Partizani Tirana, è una vecchia conoscenza del calcio italiano ed è la nuova punta di diamante della Vibonese. Alle spalle ha una storia davvero singolare. Il 7 agosto del 1991 era tra i 20mila albanesi stipati a bordo della Vlora, la nave partita da Durazzo per attraversare l'Adriatico con il suo carico di disperati attraccata il giorno dopo a Bari. Edgar Cani aveva un anno e 17 giorni e in quel viaggio della speranza fu accompagnato dal padre e dalla madre. Una famiglia che, come tante altre, stava scappando dall'Albania alla ricerca di un sogno. Il suo, Edgar, lo scoprì qualche anno dopo ed era quello di giocare a calcio. Tutto iniziò da Bari e dal vecchio stadio Della Vittoria dove i 20mila profughi furono temporaneamente sistemati.




I primi calci alla palla iniziò a darli però nelle giovanili del Cortona, inizialmente come centrocampista centrale e, poi, come centravanti. E' qui che è stato notato e segnalato al Pescara. Un particolare di non poco conto, forse fondamentale oggi nel trasferimento alla Vibonese. Nell'anno disputato con la maglia della Primavera abruzzese divideva la camera con Alessandro Beccaria, il fratello più piccolo di Danilo, il direttore generale rossoblù. Si dice che il papà dei Beccaria, Mauro, ex attaccante tra gli altri della Vibonese e del Parma, desse consigli alle due baby punte. Edgar se ne è ricordato in questi giorni di trattative e quel ricordo ha aiutato a chiudere in maniera positiva un'operazione che sembrava impossibile.

Cani ha infatti rescisso il contratto con il Partizani Tirana, Superliga albanese, prima di legarsi alla Vibonese con cui ha firmato un biennale. In Albania ha collezionato 11 presenze segnando appena un gol. Troppa la nostalgia di tornare in Italia e il club rossoblù è arrivato al momento giusto per fare il capolavoro. L'incentivo all'esodo pagato dal Partizani ha trasformato in realtà quello che sembra un sogno di mercato. Edgar Cani torna in Serie C dove ha giocato per un anno, a Pisa, nella stagione della promozione in Serie B conquistata nell'inferno dello Zaccaria di Foggia. Era il Pisa di Gattuso ma anche di Cani, giocatore in stile Mandzukic, ovvero carattere d'acciaio, fisico possente, insuperabile nel gioco aereo, mancino che si fa apprezzare con il destro.

Ha assaporato la Serie A con il Palermo e con il Catania, ma è in Serie B che ha dato il meglio di sé. Più come apri-difese che come bomber. Non è uno che segna molto Edgar, ma è un giocatore che fa segnare chi gioca al suo fianco. Tra i Cadetti ha giocato ad Ascoli, Padova, Piacenza, Modena, Carpi, Bari e, quindi, Pisa. Il suo primo gol tra i professionisti lo ha segnato alla Reggina. In doppia cifra è andato invece solo una volta, nella stagione vissuta all'estero al Polonia Varsavia. Quanto basta per essere convocato in Nazionale con la quale ha collezionato 16 presenze segnando 4 gol. A convocarlo per primo fu l'ex commissario tecnico dell'Albania Gianni De Biasi che su Edgar Cani ha speso parole importanti nel recente passato: “E' un generoso, fa reparto da solo. Magari è meno prolifico di quanto potrebbe ma a me piace molto”.

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