Cronaca

Tra Mileto e Rosarno c’è un viadotto dell’autostrada che “poggia” sul fiume Mesima

Malgrado il tratto sia stato sequestrato nel 2016 la circolazione dei mezzi non è mai stata interdetta. Apprensione tra gli automobilisti

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Un’autostrada che galleggia sul Mesima e che, stante la tragedia di Genova, ha innalzato il livello di guardia generando apprensione tra gli automobilisti.Un asse viario sequestrato nel 2016 ma mai interdetto al transito. Una situazione di pericolo che non andrebbe sottovalutata. Stiamo parlando del tratto autostradale a cavallo tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Esattamente tra lo svincolo di Mileto e quello di Rosarno i piloni di quattro viadotti sono piantati nel fiume Mesima, in una zona ad alto rischio idrogeologico.

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Inutile dire che il pericolo è dietro l’angolo. Per come riportato dalla Gazzetta del Sud di oggi, nel maggio del 2016, quando ancora era A3 Salerno-Reggio Calabria, scattavano i sigilli sui viadotti in questione, nonché sulla strada provinciale 58 che da Dasà va verso Laureana di Borello, nell’ambito dell’operazione “Strada facendo”, condotta dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia. Poi altre operazioni e rinvi a giudizio per irregolarità nelle opere di ammodernamento dell’infrastruttura  ma su quegli otto chilometri tra Mileto e Rosarno tutto rimaneva invariato: viadotti sequestrati ma mai interdetti alla circolazione veicolare. Questo perché secondo quanto riportava l’Anas nell’aprile 2016 “non sussiste allo stato alcun pericolo intrinseco di cedimento, crollo caduta e instabilità”.

Questo, almeno, quanto sostenuto dall’ente che gestisce l’autostrada. Ma le immagini sembrano raccontare un’altra storia e già nel 2014 l’ingegnere Salvatore Siviglia (segretario generale dell’Autorità di bacino regionale) rivelava in una nota all’Anas come la stessa “non avesse presentato alcun programma di messa in sicurezza” e come “il percorso del fiume Mesima incida pericolosamente sui piloni che sostengono i viadotti”. L’avvertimento, quindi, c’è stato. Adesso a chi di dovere spetta evitare che si verifichi un’altra tragedia come quella avvenuta a Genova.