Cronaca

Omicidio a Seminara, migliorano le condizioni del bimbo ferito. Non è in pericolo di vita

Uno dei colpi a pallettoni sparati dagli assassini ha raggiunto accidentalmente il bambino, che è stato colpito all'addome ed è stato trasportato in prognosi riservata all'ospedale di Reggio Calabria

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Non sarebbe in pericolo di vita il bambino bulgaro di dieci anni rimasto ferito a Seminara nell'agguato in cui è stato ucciso Giuseppe Fabio Gioffrè, pregiudicato di 39 anni e presunto esponente dell'omonima cosca di 'ndrangheta.

Ricoverato a Reggio. Il bimbo, figlio di una coppia di bulgari da molti anni in Calabria ed amici di famiglia dei Gioffrè, era solito accompagnare la vittima quando si recava in campagna per lavorare. Nel momento in cui c'é stato l'agguato il 39enne si trovava in un casolare di sua proprietà e stava dando da mangiare ai maiali e con lui c'era il bambino.




Ferito all'addome. Uno dei colpi a pallettoni sparati dagli assassini ha raggiunto accidentalmente il bambino, che è stato colpito all'addome. Il piccolo, dopo essere stato portato in un primo tempo all'ospedale di Polistena, è stato trasferito ai "Riuniti" di Reggio Calabria. Secondo quanto si é appreso, comunque, il bambino, pur essendo stato ricoverato con prognosi riservata, non sarebbe in pericolo di vita.

Vigilanza. Nel frattempo sono state predisposte misure di vigilanza nei confronti del bambino. La vigilanza, estesa anche ai suoi familiari, e' stata decisa dal Questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi che, sentito il prefetto Michele Di Bari, ha anche disposto l'intensificazione dei servizi di controllo del territorio nei dintorni di Seminara, dove in località Santa Venere è stato commesso il delitto.

Le indagini. Sul fronte delle indagini, si tema il riacutizzarsi di una vecchia faida. Il pregiudicato Giuseppe Fabio Gioffrè, di 39 anni, vittima dell'agguato, apparteneva ad una famiglia coinvolta in passato in una delle faide più sanguinose nella storia della 'ndrangheta. Tutto lascia credere, dunque, che l'assassinio di Giuseppe Fabio Gioffrè si colleghi ad altri fatti, da inquadrare sempre, comunque, in un contesto mafioso, anche se al momento non ci sono elementi di certezza sulla matrice dell'agguato. La famiglia Gioffrè era stata protagonista di una faida che per molti anni l'aveva contrapposta alla famiglia Pellegrino, con decine di morti ammazzati. La faida si sarebbe conclusa, comunque, alla fine degli anni '90. Giuseppe Fabio Gioffrè, secondo quanto riferito dagli investigatori, aveva, in particolare, precedenti di polizia per associazione per delinquere di tipo mafioso e per detenzione illegale di armi.

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