Cronaca

Omicidio nel Milanese, cadavere murato: l’assassino confessa dopo sei anni e c’è l’ombra della ‘ndrangheta

Non si esclude la possibile mano delle cosche dietro la morte di Antonio Deiana. Il fratello Salvatore era stato ammazzato dalla 'ndrangheta nel 2009

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Lo ha ucciso dopo una lite per questioni di droga: entrambi spacciavano e forse entrambi quella sera erano "fatti"; la lite per futili motivi, per una partita non venduta, pero' e' finita in tragedia: Luca Sanfilippo, 37 anni, uccide Antonio Deiana in una stanzetta nel seminterrato della sua casa a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano. Poi nasconde il suo corpo in cantina, in una fossa gia' scavata per una perdita d'acqua; lo ricopre di terra e calce e 6 mesi fa aggiunge una colata di cemento. Quando gli agenti della polizia sono andati a prenderlo, Sanfilippo ha confessato tutto, e ha perfino indicato agli agenti le tracce di sangue ancora presenti sul muro della cantina. E' questa la ricostruzione dell'omicidio di Antonio Deiana, all'epoca 36enne a cui la polizia di Milano (con le indagini della squadra Mobile e della Scientifica) e quella di Como sono arrivate grazie ad una svolta impressa da una segnalazione spontanea al commissariato Greco-Turro, di Milano.




A raccogliere le informazioni un ispettore di lungo corso nella notte tra il 9 e il 10 giugno: indicazioni precise che sommate alle indagini comasche hanno portato all'assassino. La sera della scomparsa era stata presentata dai familiari della vittima il 20 luglio del 2012: la sera prima lo avevano visto uscire con la sua moto ma non sapevano dove fosse andato. Fin da subito gli investigatori avevano pensato ad un omicidio e in questi anni si erano mossi in tal senso: le celle telefoniche avevano agganciato il cellulare di Deiana proprio nel comune alle porte di Milano, ma mancava all'appello il cadavere. Quello che è stato trovato l'altro ieri nella cantina di Cinisello, cementato ad un metro e mezzo di profondita', erano ormai soltanto le ossa. I poliziotti hanno dovuto scavare con un martello pneumatico per un'intera giornata prima di rinvenirle. Le accuse per Sanfilippo sono ora di omicidio volontario aggravato da futili motivi e soppressione di cadavere. Operazione, quest'ultima, nella quale il 37enne ha avuto un complice anche lui indagato: un 50 enne che nel bruciare i vestiti di Deiana si era provocato ustioni alle gambe. In effetti - hanno ricollegato gli investigatori guidati dalla procura di Monza - una decina di giorni dopo l'omicidio era andato a farsi medicare al Bassini di Cinisello. Sanfilippo ha continuato a vivere per 6 anni nella stessa casa al cui piano seminterrato aveva seppellito il cadavere: aveva deciso di aggiungere la colata di cemento perche' la sua casa doveva andare all'asta. Non ci sarebbe invece collegamento tra l'omicidio di Antonio Deiana e quello del fratello Salvatore. Anche di lui la famiglia aveva denunciato la scomparsa nel 2009: il cadavere fu trovato in un bosco a Olgiate Comasco 5 anni dopo: su quell'omicidio fu accertata l'ombra della 'Ndrangheta. (AGI)