Cronaca

‘Ndrangheta, operazione dei carabinieri: colpite le finanze del clan Nasone

I militari sequestrano abitazioni, due fabbricati adibiti a deposito, conti correnti, libretti di deposito al portatore, contratti di acquisto di titoli di stato, azioni, obbligazioni, certificati di deposito, assicurazioni, società assicurative e altro

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Personale del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di sequestro di beni attribuiti a Domenico Nasone (cl. '69) e Rocco Nasone (cl.'74).

Domenico Nasone è figlio di Giuseppe (cl. '38), capo storico dell'omonima cosca egemone in Scilla, ucciso in un agguato di mafia nel settembre del 1987, ed è legato da strettissimi vincoli di parentela con altri soggetti, già condannati in via definitiva per il delitto di associazione di tipo mafioso.




Coinvolto in diversi procedimenti penali, Domenico Nasone è gravato da pesanti condanne passate in giudicato. È stato, infatti, condannato nell’ambito dell’operazione “Cyrano” per tentata estorsione aggravata e detenzione illegale di armi e munizioni, oltre che successivamente per violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale applicata nel 1999 per 3 anni.

Rocco Nasone, invece, è stato recentemente coinvolto nel procedimento penale così detta “Alba di Scilla” in cui è stato condannato in primo grado a 12 anni di reclusione in quanto appartenente alla costa “Nasone-Gaietti” di Scilla.

A conclusione del procedimento di prevenzione, oggi sono stati sequestrati a Domenico Nasone due abitazioni, due fabbricati adibiti a deposito, conti correnti, libretti di deposito al portatore, contratti di acquisto di titoli di stato, azioni, obbligazioni, certificati di deposito, assicurazioni, società assicurative e società di intermediazione mobiliare per un totale complessivo di 500 mila euro circa. A Rocco Nasone, invece, sono stati sequestrati rapporti bancari e polizze assicurative per un totale di 150 mila euro.