Cronaca

Attentato a Limbadi. Saverio Di Bella: “La colpevole assenza delle istituzioni”

L'ex senatore in una lettera aperta al ministro degli Interni Matteo Salvini chiede la rimozione della Commissione straordinaria del Comune perché non ha partecipato ai funerali di Matteo Vinci

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Il professore Saverio Di Bella in qualità di ex senatore e componente della Commissione antimafia nell'ambito del suo mandato, con una lettera denuncia al ministro dell'Interno Matteo Salvini ha chiesto la rimozione della Commissione straordinaria del Comune di Limbadi per l'assenza dell'Ente comunale ai funerali di Matteo Vinci che si sono svolti sabato 14 luglio. Un fatto ritenuto dai tanti che hanno partecipato, molto grave, in considerazione dell'efferato delitto di chiara matrice 'ndranghetista, e visto il "comportamento ambiguo delle forze dell'ordine nelle diverse aggressioni che la famiglia Vinci ha subito da parte dei Di Grillo-Mancuso", come denunciato nelle diverse interviste dalla signora Rosaria Scarpulla e dell'avvocato Giuseppe Pace, anche nell'intervento che ha chiuso la cerimonia funebre di sabato 14 luglio.

La lettera aperta. "I funerali di Matteo Vinci - esordisce l'ex senatore - hanno evidenziato una realtà insostenibile e civilmente capace di produrre vergogna o timore. Chi rappresenta il Governo, in una realtà intrisa di mafia, non può restare neutrale: o si schiera con la mafia o si schiera con coloro i quali la combattono e la subiscono. Idem allorché la situazione crea vittime e carnefici perché la violenza omicida esplode e produce le testimonianze concrete di una realtà atroce. Chi rappresenta il Governo non può restare, neanche in questo caso, neutrale o indifferente. Per un motivo semplicissimo: in entrambi i casi neutralità e indifferenza diventano, in realtà, appoggio alla mafia. Ci si vergogna, perciò, di questi rappresentanti del Governo e aumentano le paure di coloro i quali sono succubi della mafia. Chi dovrebbe difendere le vittime e i cittadini dalla violenza mafiosa si trasforma cioè ipso facto in alleato e complice dei poteri criminali. E' evidente che tutto ciò è intollerabile. E' altrettanto evidente che tutto ciò dimostra l'incapacità di chi rappresenta il Governo di tutelare i diritti dei cittadini o incarna la viltà civile di chi serve lo Stato senza dignità e senza onore".




Gli interrogativi.  Ciò che è accaduto a Limbadi è accompagnato nella provincia di Vibo Valentia dall'arresto di un Commissario Prefettizio presso il Comune di Tropea. "Evidentemente - ha aggiunto Di Bella - c'è qualcosa che non va nella selezione, nella individuazione, nella nomina di coloro i quali dovrebbero garantire il ritorno alla normalità nei Comuni sciolti per mafia e quindi feriti dalla presenza della criminalità organizzata. Ci si deve allora domandare: come mai vi sono dei Comuni sciolti, in tempi successivi, due/tre/quattro volte per mafia? Da questa domanda bisogna tirare una conclusione: il sistema dello scioglimento dei Comuni per mafia e l'attività dei Commissari ad hoc non è idoneo a guarire il male mafia. Come mai?". In molti di questi Comuni manca un sistema educativo completo: "Non ci sono asili nido; non ci sono scuole materne e se il Comune è frazionato mancano in molte frazioni le scuole elementari e la scuola media. Se la scuola media esiste nel capoluogo, il trasporto degli alunni verso la scuola non sempre funziona. E, comunque, la scuola quasi mai è a tempo pieno. Manca il lavoro, soprattutto, e spesso l'unico lavoro che esiste è quello che danno imprese in odore di mafia. La chiesa cattolica e i suoi parroci in questi Comuni si trovano di fronte ad impossibilità concrete di organizzare spazi e attività per i bambini e per i giovani. Questo vuoto dei Governi che hanno cancellato e tradito gli articoli 1, 3 e 4 della Costituzione non sono colmati dai Commissari. Tutto resta come prima, o addirittura peggiora".

Lotta alla mafia. Si guardi poi "all'abusivismo edilizio, allo scempio del territorio, alle discariche abusive, ai liquami scaricati a mare: con i Commissari tutto resta esattamente com'era e tutto continua esattamente come prima. L'unica cosa che cambia è la sfiducia, che cresce, dei cittadini nei confronti del Governo protempore. Prendono atto, con profondo rancore, che tutto cambia affinché nulla cambi. Cresce però, per fortuna, la consapevolezza che per uscire dal marciume prodotto dalla mafia e da questi comportamenti di chi rappresenta il Governo, bisogna combattere su due fronti: 1) contro la mafia e quindi in Calabria contro la 'ndrangheta; contro la parte collusa o succube o incapace di fare rispettare la legge incarnata da questo modello assolutamente negativo di Commissari. Abbiamo capito, infine, che per quanto riguarda i diritti - istruzione, lavoro, libertà di impresa, tutela del territorio dall'inquinamento e dalla speculazione - non dobbiamo dare deleghe a nessuno. La presente lettera vale anche come denuncia fatta non solo al Parlamento della Repubblica quanto anche alla Magistratura affinché indaghi sui comportamenti e sui risultati delle gestioni commissariali nei Comuni sciolti per mafia. Non ci stanno bene i mafiosi e non ci stanno bene gli incapaci e i vili che li sostituiscono. Sappiamo che ci sono delle eccezioni. Ma la maggioranza dei Commissari, visti i risultati, si è dimostrata inidonea a riportare la legalità e quindi il regno dei diritti e dei doveri nei luoghi al cui interno le mafie avevano confiscato i diritti e sostituito i doveri con quello dell'obbedienza al capo clan della cosca vincente".

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