Dossier Bankitalia, laureati disoccupati e costretti a scappare via dalla Calabria

I giovani emigrano altrove per trovare lavoro per il basso utilizzo di personale qualificato da parte delle imprese. E' quanto emerge dal rapporto annuale sull'economia regionale

L'attività economica, in Calabria, durante il 2017, "è cresciuta in misura modesta, in linea con l'anno precedente" e gli indicatori di povertà restano ai massimi nel Paese. Lo rileva il rapporto annuale sull'economia regionale realizzato dalla Filiale di Catanzaro della Banca d'Italia, con la collaborazione della filiale di Reggio Calabria.

Tasso di disoccupazione in calo. Un capitolo specifico del report della filiale calabrese di Banca d'Italia riguarda il mercato del lavoro: "Nel 2017 si è intensificato il recupero dell'occupazione, che è cresciuta sia tra gli autonomi sia nel lavoro dipendente. Il tasso di disoccupazione si è leggermente ridotto, restando però elevato in particolare per donne e giovani. L'incidenza della disoccupazione tra i laureati - scrive l'istituto è circa il doppio di quella osservata in Italia: vi influisce anche il basso utilizzo di personale qualificato da parte delle imprese calabresi, e questo divario contribuisce in parte a spiegare gli intensi flussi migratori di capitale umano in uscita".

Fuga dalla Calabria. Dal 2006 al 2016, "la fuoriuscita netta dalla Calabria è stata pari a circa 26.000 laureati". Lo scrive la filiale di Catanzaro della Banca d'Italia nell'annuale rapporto sull'andamento dell'economia in Calabria. Nella regione, spiega l'istituto, "la quota di laureati sulla popolazione è cresciuta nell'ultimo decennio meno che nella media del Paese, per effetto delle emigrazioni, soprattutto da parte dei laureati con caratteristiche maggiormente favorevoli all'inserimento lavorativo. Nel 2016 l'incidenza dei laureati era pari all'11,5% (13,6% nella media nazionale). Tra il 2006 e il 2016 la quota dei laureati e' aumentata di 2,6 punti percentuali: la dinamica positiva e' stata meno marcata rispetto alla media del Paese (3,9%). In assenza dei flussi migratori - rileva Bankitalia - la crescita della quota di laureati in regione sarebbe stata superiore di circa 1,5% e in linea con la media nazionale". Secondo il rapporto "nel decennio 2006-2016 la fuoriuscita netta dalla Calabria e' stata pari a circa 26.000 laureati, un sesto dei residenti con lo stesso titolo. La perdita di capitale umano e' essenzialmente ascrivibile ai movimenti verso il Centro Nord e, in misura minore, alle migrazioni verso l'estero".




Sempre più poveri. Secondo l'istituto, "la ripresa congiunturale, in atto ormai da un triennio, è stata sostenuta principalmente alla domanda interna, che ha beneficiato dell'aumento dei redditi da lavoro e dei consumi delle famiglie calabresi. Gli investimenti - prosegue Bankitalia - hanno ripreso a crescere, soprattutto nel settore industriale. I livelli di Pil e occupazione restano tuttavia ancora distanti da quelli del 2007, ultimo anno prima della crisi, e anche la distribuzione dei redditi resta uguale".

Ripresa debole. Per quanto riguarda le imprese, l'istituto osserva: "Alla ripresa ciclica si è accompagnato un recupero nella produttività delle imprese, che tuttavia permane su livelli nettamente inferiori al resto del Paese. Questo divario dipende da fattori interne alle aziende e dal contesto in cui esse operano. La redditività delle imprese nel biennio 2016-2017 è migliorata: le maggiori risorse generate sono state destinate in gran parte alla spesa per capitale fisso". I prestiti bancari alle imprese, inoltre, "sono cresciuti, sebbene con un'intensità contenuta: l'aumento ha riflesso in prevalenza l'andamento della domanda di credito, che risente ancora di un atteggiamento prudente da parte delle imprese", mentre "l'offerta di credito resa selettiva soprattutto per la clientela giudicata rischiosa".