Cronaca

Intimidazione alla madre coraggio di Limbadi, la denuncia dell’avvocato: “Qui lo Stato non c’è”

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Dopo il bastone ritrovato all’ingresso del terreno di proprietà della famiglia Vinci,  l’avvocato De Pace lancia dure accuse e si rivolge al Capo dello Stato per la scorta a Rosaria Scarpulla

Non ha dubbi l’avvocato De Pace, legale della famiglia Vinci. Il bastone ritrovato all’ingresso del terreno di proprietà della signora Rosaria Scarpulla è un altro avvertimento mafioso trasmesso “in maniera plateale ed eclatante”. Il messaggio è duplice: “Da una parte – spiega – significa che qui comandano loro e dall’altra è che con quel bastone faranno carne da macello come hanno già fatto nei confronti di Matteo, il figlio della signora Rosaria”. Quanto basta per ribadire il concetto: la Scarpulla, per tutti “madre coraggio” per via delle sue denunce pubbliche contro i Mancuso, va messa sotto scorta prima che sia troppo tardi. “Da due mesi – spiega l’avvocato – stiamo girando le sette chiese per chiedere che sia assegnata una scorta che possa proteggere la sua vita che oggi è in grave pericolo. Un pericolo concreto, imminente, attuale. Lo hanno dimostrato i fatti pregressi, quelli correnti e in maniera plastica ciò che è accaduto ieri”.

L’incontro con Gratteri. L’avvocato De Pace ha incontrato nei giorni scorsi anche il procuratore antimafia Nicola Gratteri. “Abbiamo parlato – afferma – con questori, tenenti, marescialli, con prefetti e l’altro ieri anche con il procuratore Gratteri che mi ha assicurato che avrebbe provveduto subito a chiamare la Prefettura per sollecitare un provvedimento ma ancora non abbiamo visto nulla”. 

Lo Stato assente. In assenza di risposte concrete, è durissimo l’attacco che l’avvocato De Pace sferra all’Istituzioni. “Abbiamo visto ieri – denuncia – il gruppo mafioso che governa questo territorio non contro lo Stato ma in combutta con lo Stato manifestare il suo segno di comando mettendo il bastone davanti all’ingresso della proprietà della signora Rosaria. Giovanni Falcone diceva che la mafia non sarebbe nulla senza lo Stato, ma qui lo Stato non solo è assente. Stiamo verificando situazioni di intreccio e connivenza con questi gruppi mafiosi”. Poi l’appello al presidente della Repubblica perché intervenga direttamente per proteggere una testimone di giustizia e un eroe della lotta alla difesa dei diritti: “Rosaria Scarpulla – conclude – merita il rispetto e la deferenza da parte dello Stato”.

La salma torna alla famiglia. Nel frattempo la salma di Matteo Vinci, ad un mese e mezzo dalla morte, è ritornata alla famiglia. Non è ancora stata fissata una data per i funerali poiché si attendono risultati dagli esami autoptici e medico-legali utili per lo sviluppo delle indagini nonché il ritorno a casa del padre Francesco, rimasto gravemente ferito nell’attentato, e attualmente ricoverato nel centro Grandi ustioni dell’ospedale di Palermo.

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