Animali maltrattati nel Parco nazionale del Pollino, i carabinieri denunciano tre persone

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Tre persone sono state denunciate in stato di libertà per maltrattamento di animali dai carabinieri del Reparto Parco nazionale del Pollino

I carabinieri delle stazioni Parco di Cerchiara di Calabria (CS), San Donato di Ninea (CS) e Saracena (CS), coordinati dal Reparto Carabinieri Parco Nazionale del Pollino di Rotonda (PZ) sono stati impegnati negli ultimi mesi in controlli finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati a danno degli animali. Ultimamente nei comuni di Acquaformosa e San Donato Ninea i militari, con l’ausilio dei medici veterinari dell’ASP di Cosenza Area “C” Distretto Esaro/Pollino, hanno ispezionato vari ricoveri e canili abusivi, rivolgendo le attivita’ sull’accertamento di eventuali maltrattamenti a carico di animali.

Gli accertamenti hanno portato alla denuncia di 3 persone, C.G. e C.D. di Acquaformosa (CS) e P.C. di Roggiano Gravina (CS) con contestuale sequestro penale di 5 cani di varie razze, detenuti in violazione alla normativa vigente ed in contrasto con le loro caratteristiche etologiche. Tra questi, alcuni erano legati con catene che impedivano loro i normali spostamenti e li costringevano in posti angusti, privi di acqua e cibo, in assenza di ricoveri o comunque inidonei a garantire il riparo dalle intemperie e dal sole cocente. E’ stata anche accertata la presenza di equini detenuti irregolarmente e di dubbia provenienza.

Dai primi accertamenti (alcuni ancora in itinere) risulta che alcuni provengono da centri ippici del Lazio, ancora iscritti nella banca dati Unire e dismessi quali cavalli da corsa. Nell’occasione sono state elevate varie sanzioni amministrative in violazione della normativa in materia di identificazione (mancanza di microchip) e iscrizione in anagrafe canina per circa 2000 euro. Sono in corso ulteriori accertamenti per far luce su movimentazione e sparizione di cani nonche’ sul loro regolare possesso. Sono state impegnate nelle attivita’ anche due Unita’ Cinofila Antiveleno dei Carabinieri Forestali. “Il fenomeno degli avvelenamenti – si legge in una nota dell’Arma – sta interessando sempre piu’ spesso tali zone, ove il fenomeno del randagismo e’ piu’ frequente o vi e’ una maggiore presenza di fauna selvatica protetta”.

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