Cultura & Spettacolo

Vibo, il poeta dialettale Pippo Prestia presenta la sua opera agli allievi del “Morelli”

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Esperienza nuova per gli allievi del liceo classico che sono apparsi molto interessati

“Si è avverato un desiderio che, finora, avevo tenuto segretamente chiuso nel mio petto: ho avuto l’onore di varcare la soglia del Liceo Ginnasio Michele Morelli, invitato a presentare la mia poesia vernacolare agli alunni di questa importante e storica istituzione scolastica e di questo devo ringraziare il dirigente, preside Raffale Suppa”. Così Pippo Prestia racconta le emozioni vissute in una giornata passata insieme agli studenti del Morelli.

Non c’è dubbio che si sia trattato di un’esperienza “nuova” per un Liceo Classico. In tanti – ed a torto – considerano la poesia dialettale un surrogato dimenticando che già il grande Montale si riferiva al dialetto “…come ad una lingua vera e propria”, mentre la stessa Società Dante Alighieri, portatrice nel mondo della cultura italiana, accredita il dialetto e la lingua “familiare” a diversi livelli, anche formali, utile a “…descrivere il tessuto culturale delle comunità, attraverso filastrocche, usi e rituali di carattere profondo e tradizione diretta, che conservano memoria della nostra identità storica”. Memoria – aggiungiamo noi – che grazie al dialetto non si è persa”.

“Proprio alla luce di queste considerazioni, si spiega l’iniziativa del preside Suppa che ha portato tra i suoi alunni colui che è da considerare il poeta dialettale oggi simbolo della tradizione culturale popolare vibonese, tra i più apprezzati poeti vernacolari calabresi, grazie alla sua dote caratteristica, che è quella di riuscire a fotografare situazioni ed emozioni con versi di impatto immediato che posseggono in sé musicalità e ritmo.
A condurre, come in un gioco di specchi tra emozioni, ricordi, sensazioni e voli pindarici, il giornalista Maurizio Bonanno, che, da suo buon amico, conosce le corde giuste per far accendere la verve poetica di Pippo Prestia. “Che dire? – racconta il poeta – mi sono sentito come un toro nell’arena, circondato da tanti toreri pronti a pungermi con le “banderillas”… ed invece, non è successo niente di tutto ciò, perché ho avuto modo di trovarmi con un uditorio attento e molto predisposto all’ascolto delle mie poesie, gratificandole con calorosi applausi!”. “Mille occhi pungenti e vispi – prosegue Prestia – pronti a reagire alle espressioni dialettali sconosciute ai più e divertiti per il modo con cui venivano da me recitate”.“Il vernacolo – ha spiegato Bonanno nell’introdurre la poesie di Pippo Prestia – è la più sincera espressione del popolo perché nel dialetto c’è la carta d’identità di una comunità”.

Amante e cultore delle tradizioni popolari che affondano le loro radici in quella cultura rurale antica, Pippo Prestia vive quotidianamente questo suo rapporto essenziale, non a caso per decenni si è impegnato a curare la preparazione artistica e spettacolare del Gruppo Folk Città di Vibo Valentia, sodalizio apprezzato a livello internazionale, tra i più importanti ed ammirati nell’ambito della tradizione folkloristica non solo calabrese. È, insomma, artista a tutto tondo. Prolifico quanto basta, sebbene restio alle pubblicazioni. Poche le raccolte di versi in vernacolo finora date alle stampe, ma numerosi e prestigiosi i premi ed i riconoscimenti della sua arte poetica. Già “Accademico dell’Ordine di S Marco” a Napoli, segnalato tra i “Magnifici 100”; trionfatore al Trofeo Pulcinella.
“Pippo Prestia – lo definisce Maurizio Bonanno – è poeta dal verso fulminante, capace di imprimere con le parole emozioni altrimenti impossibili da descrivere”.

E fulminante è stato l’incontro del poeta con gli studenti, con i quali è nato subito un rapporto diretto, con i ragazzi a recitare le sue poesie da loro scelte ed analizzate con acume: “Un momento per me commovente – ammette Pippo Prestia – è stata la loro reazione, quando ho accennato che l’incontro stava per finire: si sono alzati dalle sedie per pregarmi di continuare! E quando poi, inevitabilmente, è arrivato il momento di concludere l’incontro, mi sono visto assalire da tanta gioventù che, forse, ha capito l’importanza di conoscere il dialetto, la lingua dei padri, la nostra identità”.

Un momento dal forte valore simbolico è stata la stretta di mano tra il “vecchio” poeta ed un giovane liceale, Salvatore Cosentino, vincitore di un premio letterario con una sua poesia dialettale: una sorta di passaggio delle consegne che non solo è voluto essere di buon auspicio, quanto soprattutto ha rappresentato un promettente segnale di continuità di una tradizione culturale da non abbandonare.

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