Cultura & Spettacolo

La cultura classica e il tema del dolore: a Vibo doppia lectio magistralis di Montanari

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Il noto grecista è stato ospite del Sistema bibliotecario e del liceo classico Michele Morelli di Vibo Valentia, guidato dal dirigente Raffaele Suppa

Una delle ragioni principali per cui i grandi classici della cultura greca antica conservano un’importanza e una funzione irrinunciabile ancora nel mondo moderno è che essi hanno posto alcuni problemi fondamentali per la vita dell’uomo nel mondo, per il suo pensiero, il suo comportamento, il suo agire.
È un evento senza precedenti, irrinunciabile per i grecisti, per gli amanti del mondo classico e della cultura nel senso alto del termine, quello che realizzato a Vibo Valentia: poter parlare con il prof. Franco Montanari, illustre classicista e filologo, docente di letteratura greca presso le Università di Pisa e di Genova, dei problemi dell’uomo alla luce dei classici greci.

L’evento è stato voluto e realizzato da Caterina Scolieri, docente di latino e greco al liceo classico M. Morelli, partendo dalla considerazione che i classici greci: “pongono domande, esigono dubbi e rivolte del pensiero, rideterminano il reale, si consegnano, fecondi e dialettici, alle menti libere, agli uomini imperfetti ed incompiuti per esplorarne abissi e far dono di isole di significato”. La presenza del prof. Montanari, omerista ed autore del GI, il vocabolario di lingua greca in uso nei licei classici che vanta oggi le edizioni spagnola, inglese e tedesca, si è articolata in due giornate cariche di riflessioni profonde.

Al Sistema Bibliotecario, l’incontro con un pubblico attento dedicato al tema del dolore quale esperienza creativa. Ad introdurre, Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, e Giacinto Namia, presidente dell’AICC (Associazione italiana cultura classica). In particolare, Floriani ha sottolineato il ruolo centrale di irradiazione di cultura attiva e trasversale della biblioteca e testimoniato l’orgoglio per la preziosa presenza di un eminente studioso della cultura classica; Namia, dal canto suo, ha ribadito la necessità etica del colloquio con gli antichi per restituire senso al presente, disancorato spesso dal confronto attivo con il passato e arreso davanti alla sfida del futuro, una sfida dell’intelletto e del pensiero. A moderare e guidare il dibattito lo scrittore e giornalista Maurizio Bonanno, che, da sociologo, ha introdotto il tema del dolore, quale “elemento individuale e intrasferibile che di più proprio possa darsi nella vita degli uomini, evidenziando come nello stesso tempo non sia un’esperienza così immediata e diretta come a prima vista potrebbe sembrare”.

“Nessun uomo potrebbe vivere la sofferenza e sopravvivere a essa, se non riuscisse ad attribuirvi un senso. “Tragedia” e “redenzione” – a giudizio di Bonanno – costituiscono le due grandi scene entro cui l’Occidente ha sperimentato il dolore. Queste due visioni del mondo nel tempo si sono mescolate, con il rischio di neutralizzarsi reciprocamente realizzando un progressivo allontanarsi dal modello originario ed aprendo la via a nuove possibili sintesi, per cui l’esperienza del dolore nella società contemporanea, pur non disponendo più dell’integralità della tradizione, sente tuttavia il bisogno di salvezza al di là dell’unica fede oggi possibile, quale sembra essere quella nella tecnica. Da qui la necessità di recuperare e rivalutare gli antichi classici, soprattutto greci”.

Appassionato e coinvolgente l’intermezzo teatrale curato sempre dalla prof.ssa Scolieri e da alcuni allievi del liceo Morelli: Valentina Arena, meravigliosa nell’interpretazione dell’Antigone di Yourcenar, Michele Scarcella e Domenico Columbro, che hanno magistralmente interpretato il dialogo di Pavese tra Achille e Patroclo (dialoghi con Leucò), Silvio la Marca, Ludovica Di Fede, Federica Ferrazzo, Maria Grazia Ventura, che hanno dato vita e spazi di significato a Mito di Pavese, La ballata delle madri di PasoliniI, Cavallo di Troia di Christopher Morley, l’incipit del 24° libro dell’Iliade e ad un elogio della disobbedienza di Antigone scritto dalla stessa Caterina Scolieri. I ragazzi hanno creato un’alchimia straordinaria con il prof. Montanari. Dal canto suo, il prof. Montanari ha attraversato con leggerezza e rigore critico la letteratura greca e ne ha espresso i valori fondanti: l’anarchia del dubbio, la tensione concettuale travolgente e visionaria.

Se l’incontro serale al Sistema Bibliotecario ha rappresentato occasione di confronto sul tema del dolore, la mattina dopo nell’aula magna del liceo Morelli il coinvolgimento è stato ancora più intenso, grazie ad una platea di studenti partecipi attivamente al dibattito. Anche in questo caso, non è mancato l’intermezzo teatrale dei ragazzi, corroborato dagli straordinari interventi musicali del M° Daniele Paolillo, ex alunno di questo liceo classico oggi pianista di fama internazionale. Qui, a fare gli onori di casa il dirigente scolastico Raffaele Suppa, che, con orgoglio ha ricordato come sia questa la seconda volta che il prof. Montanari, nel giro di pochi anni, è ospite di questa scuola, dando atto delle capacità organizzativa della prof.ssa Scolieri che con tenacia, oltre che il riconosciuto impegno, è riuscita a convincere l’illustre grecista a tornare a Vibo Valentia.

Franco Montanari ha letteralmente ammaliato spaziando tra i classici greci con tono affascinante: “L’Antigone di Sofocle – ha, quindi spiegato – ripropone l’antinomia tra il diritto naturale e il diritto positivo e l’uomo d’oggi accoglie quel conflitto delle idee e non può superarlo nell’intransigenza monolitica di una scelta ideologica o politica. La lirica corale declina già nel suo statuto di genere il rapporto mai pacifico tra “apocalittici ” ed “integrati” e rende vivo il problema mai risolto del rapporto conflittuale tra arte e potere e del dirigismo culturale”. E poi, la Medea di Euripide, che con la sua dissacrazione del mito ed il suo razionalismo conoscitivo: “ È la parabola dell’emarginato che esercita violenza e delitto per il dolore della marginalizzazione sociale, emotiva e culturale”. Figure indimenticabili e dal profondo significato: “Priamo, che nel 24 esimo libro dell’Iliade bacia le mani dell’assassino di tanti suoi figli. Ettore, il più valoroso, che incarna il valore caritativo del perdono, la grandezza della pietas, il rispetto profondo della civiltà che mai si abbandona all’orizzonte consensuale dell’odio”.

Una grande lezione, quella del prof. Montanari che ha saputo raccontare la bellezza disturbante dei classici, affascinando con la sua parola vissuta dal cuore e filtrata dalla luce di una ragione fertile di intuizioni, brillante e ribelle, come piace ai giovani che si sono lasciati trasportare in questo viaggio. L’alchimia che si è creata tra gli studenti ed il docente universitario è stata inaspettata nella sua intensità. A ricordo di questo incontro, gli stessi studenti del Morelli hanno voluto fare dono a Montanari di un libretto con una pièce teatrale scritta di rettamente da loro insieme alla loro insegnate, la prof.ssa Scolieri, dal titolo “Era e le altre”. Dal canto suo, lo stesso Montanari ha voluto salutare ufficialmente, riconoscendone il valore, la studentessa Vittoria Cosentino classificata al terzo posto nel Certamen di Poesia nazionale greca svoltosi a Reggio Calabria il 23 marzo scorso. La studentessa, oggi allieva della prof. ssa Scoliere, dopo essere stata aluna al ginnasio della prof.ssa Chiaravalloti, ha realizzato la sua opera vincitrice sulla tragedia Edipo a Colono.

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