Cronaca

‘Ndrangheta, omicidio Corigliano a Mileto: scarcerato uno degli indagati

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Si tratta di Vincenzo Corso che era stato coinvolto nell’agguato mortale teso ad Angelo Corigliano e ritenuto una risposta di quello al panettiere Giuseppe Mesiano

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Vincenzo Corso, 45 anni di Mileto. L’uomo era stato arrestato nello scorso mese di marzo nell’ambito di un’operazione antindrangheta coordinata dalla Dda di Catanzaro volta a far luce sugli omicidi di Giuseppe Mesiano ed Angelo Corigliano. Il 45enne (difeso dagli avvocati Giuseppe Monteleone e Gianfranco Giunta  – accusato di concorso nell’omicidio di Angelo Corigliano, avvenuto a Mileto il 20 agosto 2013 – ha potuto lasciare il penitenziario di Vibo Valentia. 

La faida. All’origine di tutto ci sarebbero stati gli attriti tra due famiglie. In particolare, secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, Mesiano avrebbero chiesto ad Angelo Corigliano di partecipare ad un atto intimidatorio contro alcuni familiari dello stesso Corigliano titolari di un supermercato di Ricadi e che avevano interrotto la fornitura di pane dal panificio dei Mesiano. Al rifiuto, è seguito l’incendio del portone di casa di Angelo Corigliano il quale con il padre Giuseppe avrebbe reagito uccidendo il 17 luglio 2013 Giuseppe Mesiano, titolare del panificio. In un summit di ‘ndrangheta presieduto dai cugini Pasquale e Salvatore Pititto sarebbe stata quindi decisa la vendetta con l’omicidio di Angelo Corigliano, ucciso il 20 agosto 2013. Il delitto sarebbe stato fortemente chiesto da Franco Mesiano (in libertà dopo aver scontato la pena per l’omicidio del piccolo Nicholas Green) per vendicare il padre.

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