‘Ndrangheta, cinque condanne e otto assoluzioni per il clan Crea di Rizziconi

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Nella serata di ieri il collegio del Tribunale di Palmi ha emesso la sentenza del processo nato dall’inchiesta della Dda reggina denominato “Deus”

Cinque condanne e otto assoluzioni per il clan Crea di Rizziconi. È l’esito del processo di primo grado, celebrato davanti al collegio del Tribunale di Palmi, nato dall’inchiesta della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria denominata “Deus”. Una sentenza che ridimensiona il castello accusatorio, soprattutto nella parte che riguardava le presunte interferenze del potente clan rizziconese nella vita pubblica cittadina.
A fronte dei 120 anni di carcere invocato dal pubblico ministero Luca Miceli alla fine della sua requisitoria, nel tardo pomeriggio di ieri i giudici palmesi hanno comminato 47 anni totali.

Le condanne Teodoro “Toro” Crea classe ’39 (difeso dagli avvocati Francesco Siclari e Francesco Albanese) è stato condannato a 20 anni di carcere; a suo figlio Giuseppe (avvocati Lorenzo Gatto e Giuseppe Della Monica) sono stati inferti 19 anni e otto mesi di reclusione; Maria Grazia Alvaro (avvocato Francesco Albanese e Nico D’Ascola) 2 anni e quattro mesi e Clementina Burzì (avvocato Pasquale Loiacono) 2 anni. Per entrambe le donne è caduta l’aggravante di avere agevolato la cosca. Domenico Russo (avvocati Belcastro, Iorfida e Rotundo) è stato condannato a 3 anni di carcere, a fronte dei 10 chiesti dal pm.

Le assoluzioni È stato assolto, invece, l’altro figlio del boss, Domenico Crea (avvocati Marina Mandaglio e Mario Luciano Crea), così come Antonio Crea detto “u malandrinu” (12 anni chiesti dalla Procura), difeso dagli avvocati Giuseppe Milicia e Albanese; Teodoro Crea classe ’67 (avvocato Belcastro), Marinella Crea (avvocato Loiacono), Girolamo Cutrì (avvocato Belcastro), Giuseppe Lombardo e Osvaldo Lombardo (avvocato Clelia Condemi) e Vincenzo Tornese (avvocato Guido Contestabile). Il collegio del Tribunale di Palmi, presieduto da Anna Laura Ascioti, ha inviato gli atti alla Procura per i due testimoni comparsi durante il dibattimento Domenico e Michele Russo (ex assessore) accusati di falsa testimonianza e ha disposto la confisca dei beni dei condannati che erano sotto sequestro.

L’inchiesta L’indagine è stata condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e poggia sulla coraggiosa testimonianza dell’ex sindaco Antonino Bartuccio, per il quale il Tribunale ha disposto 40mila euro di risarcimento danni come previsionale. Secondo quanto emerso dalle indagini, il primo cittadino si era opposto, con le proprie circostanziate denunce, allo strapotere criminale della cosca Crea: dalle sue dichiarazioni all’autorità giudiziaria scaturì l’indagine “Deus”, che portò agli arresti da parte della Squadra Mobile di Reggio Calabria, del Servizio Centrale Operativo e del Commissariato di Gioia Tauro, di 16 persone, tra cui tre ex politici che sarebbero stati secondo gli inquirenti l’avamposto in Comune dei Crea.